– Addio a monsignor , il prete più anziano d’Italia ancora in attività. Il sacerdote, da quasi 80 anni consecutivi parroco di Marzio, si è spento nel pomeriggio di ieri. Aveva appena compiuto 102 anni, festeggiati con gli abitanti di Marzio che per l’occasione gli avevano preparato una festa a sorpresa. Il decesso è avvenuto all’ospedale di Luino, dove era stato ricoverato per una peritonite acuta. Venerdì il don era stato operato e domenica, nonostante l’anestesia totale, stava bene. Gli abitanti di Marzio sono andati a trovarlo e don Luigi ha salutato tutti, scusandosi di non aver fatto in tempo a scrivere una lettera di ringraziamento per la festa a sorpresa organizzata qualche domenica fa.
«Se l’è presa bonariamente con me che non gli avevo fornito i nomi e i cognomi esatti delle persone da ringraziare, era lucidissimo» racconta , abitante di Marzio e membro del coro Campo dei Fiori, molto legato a quel parroco longevo che in 80 anni di sacerdozio appena compiuti aveva sposato suo padre, dato il battesimo ai suoi figli, sposato, battezzato e cresimato i nipoti.Con la scomparsa di don Luigi finisce un’era, perché «lui aveva un’attenzione
per i parrocchiani e per le persone in generale rara, era una persona di un’altra epoca, fatta di cose più semplici e durature». Don Luigi fu mandato a Marzio 80 anni fa per la salute cagionevole, che con l’aria di montagna è diventata «da leone». Fino all’anno scorso, a 101 compiuti, don Luigi celebrava una messa al sabato e tre alla domenica. E persino di recente non si tirava indietro, specialmente quando c’era da celebrare una cerimonia importante, come un matrimonio o un funerale di un abitante del paese. Monsignor Luigi Curti era nato il 15 febbraio 1914 a Verceia, in Valchiavenna, in provincia di Sondrio. Dal 4 dicembre 1936 è stato ininterrottamente al servizio della comunità parrocchiale di Marzio. Nei suoi anni di vita sacerdotale si sono dati il cambio otto Papi, ma lui non ha mai lasciato il paese. Non ha mai rinunciato alla semplicità e, con senso del dovere e umiltà, ha saputo essere un punto di riferimento. I villeggianti lo hanno apprezzato durante i periodi di vacanza, tanto che se si mettessero insieme tutte le anime di cui ha saputo essere guida, il numero supererebbe di molto le 300 anime di Marzio.
«Ero destinato a fare il professore nel seminario di Como – ha spiegato don Luigi quando ha compiuto 100 anni- Invece, pochi giorni dopo l’ordinazione sacerdotale, il vescovo mi chiamò e mi disse che dovevo andare a Marzio. Non sapevo nemmeno dove fosse questo posto e lo dissi al vescovo, che mi rispose: “Guarda la carta geografica e lo troverai”».