Fiori d’acciaio per le donne in divisa. Esercito che lotta contro la violenza

Una mimosa per la polizia - È in aumento la presenza femminile anche a Varese. Anche al vertice

– Fiori d’acciaio in divisa: la polizia di Stato celebra l’8 marzo mettendo in luce una presenza femminile nel corpo «in costante crescita», come ha rivelato il questoreche, con il questore vicario, ha fatto gli onori di casa a Villa Recalcati aggiungendo: «Questo è un dato estremamente positivo».
Non solo: Ingrassia ha sottolineato il lavoro, incessante, che la polizia di Stato varesina svolge a tutela delle donne. Il questore ha infatti fornito i dati relativi ai reati che vedono donne quali vittime che hanno impegnato negli ultimi 12 mesi gli agenti della Questura varesina: «Dati importanti che dimostrano il costante impegno della polizia di Stato e che attestano come questo impegno, purtroppo, sia necessario, fondamentale».

In tutto 14 ammonimenti per atti persecutori di cui tre a carico di stranieri e undici di italiani e quattro ammonimenti per violenza domestica, di cui due a carico di stranieri e due a carico di italiani.
Le denunce, invece, sono state 13 per il reato di atti persecutori (stalking), 384 per i reati di lesioni personali e percosse, di cui 169 a carico di extracomunitari, 54 a carico di stranieri comunitari e 161 a carico di italiani,

e infine 110 per maltrattamenti in famiglia, di cui 74 a carico di stranieri e 36 di italiani,le vittime di questo reato in 14 casi sono stati minori.
Rucci ha poi riassunto la storia delle donne in polizia, portando i dati di una crescita straordinaria: «A livello nazionale il personale femminile rappresenta il 25% del totale nella polizia di Stato – ha detto il questore vicario – A Varese la media è del 20% ma è in crescita costante. Abbiamo una donna alla guida della squadra mobile, una alla guida della sezione anticrimine della stessa squadra, una al vertice della polizia aeroportuale di Malpensa e una donna alla guida del commissariato di Luino».
Donne capaci di conciliare, «non senza sacrifici, il ruolo di poliziotto e quello di madre». Donne che ieri hanno portato la loro personale testimonianza. Il questore ha ricordato il sacrificio delle donne in servizio: «L’agente, morta nella strage di via D’Amelio, e l’agente della polizia stradale, in servizio presso la sezione di Busto , morta dopo essere stata travolta da un tir durante l’attività lavorativa», ha detto Ingrassia.

E sono state le donne in divisa, poi, a raccontare il loro ruolo. Donne come l’assistente capo, in servizio alla questura di Varese, coinvolta in uno scontro a fuoco in servizio durante la cattura di un rapinatore.
Per quel coraggio, per quella perfezione in servizio fu promossa per meriti straordinari e le fu assegnato il premio Emanuela Loi. «Accadde 20 giorno dopo il termine del mio corso a Trieste – ha raccontato – Eravamo in servizio a Lignano Sabbiadoro. Fu durante un inseguimento: l’autore di una rapina era in fuga». Fu lui a sparare, «noi lo speronammo e lo arrestammo. Ero impreparata, forse, ma in quel momento capii che questo era il lavoro della mia vita e il bello arrivò in seguito. Ebbi l’occasione di conoscere la vita e il lavoro di Emanuela Loi, di incontrare i suoi familiari. Acquisii la forza della sua umiltà che mi sprona nel lavoro».
Donne e mamme, come, funzionario capo della squadra mobile di Varese neomamma subito tornata in servizio. «Può essere difficile conciliare i due ruoli – ha detto Carozzo – Ma la conoscenza del territorio e la validità dei miei collaboratori, donne e uomini, che con la loro competenza rendono più semplice un lavoro difficile e delicato». Donne come , che guida la Polaria di Malpensa, dove ci sono stati 1.500 respingenti. Accanto a lei il sovrintendente , che supervisiona il settore controllo.