«Ci abbiamo creduto e abbiamo avuto ragione. Ora la sfida è tenere vivi i contatti creati in questi mesi». Le delegazioni Expo, che hanno alloggiato in provincia di Varese grazie alla lungimiranza della Camera di Commercio, iniziano a fare le valige per tornare in patria, ma si può già tracciare un primo bilancio della loro presenza. «Positivo» per il presidente di Promovarese. Olandesi, ungheresi ma soprattutto tedeschi. Sabato hanno chiuso i padiglioni in Expo, ma le delegazioni rimarranno ancora un mese circa per le opere di smontaggio.
E si metteranno a disposizione anche per manifestazioni pubbliche di saluto, come quella che sta pianificando l’amministrazione comunale di Gallarate (dove i 160 addetti del padiglione hanno fatto girare in sei mesi per la città circa duemila persone in tutto) per la seconda settimana di novembre. «È stata un’occasione molto positiva, a 360 gradi – sostiene Collini, presidente di Promovarese, azienda speciale della Camera di Commercio – in questi giorni ci siamo incontrati con il direttore del Padiglione Germania e lo faremo ancora nei prossimi giorni a titolo riepilogativo di questa esperienza. Ma i feedback sono stati positivi. E in questi mesi si sono create grandi opportunità di contatto e relazione non solo con la delegazione tedesca ma anche con quelle cinesi, grazie al vantaggio della vicinanza logistica ad Expo e a Milano, valore aggiunto fondamentale per il nostro territorio».
Insomma, un bilancio in attivo, quello di Promovarese e Camera di Commercio. «Le nostre aspettative erano positive, è per questo che ci abbiamo creduto fin dall’inizio, anche quando le previsioni non lasciavano presagire un grande successo – racconta Collini – Siamo partiti con convinzione per proporre iniziative a supporto delle delegazioni Expo. Ora i numeri di Expo parlano da soli e non c’è nient’altro da aggiungere». Più che sui visitatori commerciali, su cui le ricadute sono ancora da calcolare e hanno riguardato soprattutto il settore della ricettività,
è la «pianificazione per il futuro» a far esprimere un giudizio positivo e fiducioso al rappresentante di Camera di Commercio. «Si sono aperte opportunità strategiche per il futuro», in particolare grazie ai contatti e alle relazioni che si sono intavolate in questi sei mesi di Expo. «Ora la sfida – ammette Collini – è tenere vivi quei contatti. Sarà qui il vero successo del post-Expo che abbiamo il compito di cogliere». «Grazie alle delegazioni e alle relazioni create in questi sei mesi possono svilupparsi importanti ricadute per le imprese e il territorio. Anche perché l’immagine vincente del Paese può giovare ad invogliare gli stranieri a continuare a lavorare con noi». Oltretutto il sistema-Varese ha saputo fare squadra in modo intelligente su Expo: «Più che economico, è stato un investimento di energie, di sensibilizzazione degli operatori del territorio, di motivazione a credere nel progetto anche quando prevaleva lo scetticismo – sottolinea Rudy Collini – Abbiamo puntato più sulla promozione di quello che già avevamo in casa, delle nostre eccellenze, che non investito risorse sul territorio».
«In fondo abbiamo giocato di sponda, approfittando della nostra posizione favorevole da un punto di vista della vicinanza territoriale e logistica al polo Expo, per ritagliarci il nostro ruolo, mentre i grandi investimenti si sono concentrati su Milano. Da questo punto di vista, il rapporto tra costi e ricadute possibili è sicuramente in attivo».