BUSTO ARSIZIO Sappiamo tutto, tranne come andrà a finire gara5 di finale: in palio c’è il tricolore numero 67 della pallavolo rosa. Stasera, via alle 20.30 con diretta su RaiSport 2, Yamamay e MC-Carnaghi partono appaiate all’inizio del rettifilo scudetto; in viale Gabardi fischiano i signori Santi e Castagna.
Ne resterà una, che avrà ragione definitiva e, con merito, acquisirà lo scettro di campionessa d’Italia. Il primo in ambo le bacheche, la biancorossa ricca di due Cev e una Coppa Italia, la biancoblù di due Coppe Italia. Guiggi è costretta al forfait definitivo, mentre Marcon non ha subìto troppe ripercussioni dopo la botta rimediata venerdì scontrandosi con Leonardi. Il presidente Michele Forte in funzione di fisioterapista: «Colpo duro, ma Cisky c’è, pur con una contusione all’osso sacro». Cammino pari, con piccolo vantaggio Yama ai punti: due vittorie combattute nei confronti del PalaYama, due nette in quelli al PalaIper di Monza.
Non sorprende la richiesta di biglietti: non sorprende, ma merita d’entrare nel titolo quanto Busto e Villa. La distribuzione internet è cominciata ieri alle 18.30: un’ora dopo, il servizio di prenotazione contava 1.700 mail con richieste superiori a 15mila tagliandi. Racconta Giorgio Ferrario: «Un lavoro immane, senza bloccare il sistema non so a che cifra saremmo arrivati».
Per contenere le sole richieste non bastano i quasi 13mila posti della maggiore arena italiana, il palasport olimpico di Torino. Per accogliere i potenziali clienti, invece, servirebbe un contenitore da 20mila. In epoca recente, si sono registrati solo altri due eventi paragonabili a questo Busto-Villa: Varese-Treviso di basket, gara3 della serie finale 1998/99, e Varese-Cremonese di calcio, finale di ritorno per la promozione in B nella stagione 2009/10. Il resto è molto, molto distante.
Mariela Codaro, vice di Parisi, disegna la parola fine prima dell’inizio, una chiacchierata fuori lavoro dagli spunti interessanti: «C’è energia, tanta energia. Sembra voglia scappare dalla retorica, ma è una partita in cui si parte alla pari. Necessario azzerare tutto: la consapevolezza è importante e la determinazione pure, ma questa si spegne se le cose non riescono. Le situazioni si ribaltano, molto passa dalla testa: loro hanno l’esperienza, noi quella quota di giovanile incoscienza, adatte per chiedere vendetta o riscatto, senza paura, con i nervi saldi e il sangue freddo. Le certezze, nostre e loro, non possono svanire».
Mariela piacerebbe ai Na’vi, il popolo blu di “Avatar”: sostengono che l’energia la riceviamo in prestito, che esiste uno scambio con l’ambiente, una comunicazione per chi è abbastanza evoluto da capirla. Abbracciamo la magia: nel nostro piccolo, al PalaYama ci sentiremo su Pandora, il pianeta di Avatar.
Samuele Giardina
s.affolti
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