Abbattere l’ex caserma Garibaldi. Il gruppo di cittadini che ha dato vita a “Facciamo Respirare Varese”, pagina Facebook in cui si propone di trovare un modo per bypassare il parere della Soprintendenza, ha deciso di puntare in alto. E ha scritto una lettera al ministro dei Beni Culturali . Proprio per chiedere un intervento delle alte sfere a favore della loro iniziativa.
A scrivere la lettere è stato il promotore dell’iniziativa su Facebook, .
«Caro Ministro, numerosissimi cittadini di Varese sono sconcertati dal fatto che a seguito di decisione inappellabile della Soprintendenza Lombarda un manufatto quale la Caserma Garibaldi, degradato, fatiscente, ingombrante, fuori dal tempo sia “obbligatoriamente” da ristrutturare e non da abbattere come qualsiasi saggio essere umano può pensare semplicemente guardandola» è l’incipit della missiva.
Quindi si esprimere perplessità sul progetto di riqualificazione della piazza. «Si vuole costruire invece di ristrutturare l’esistente (i due cinema già esistenti potrebbero fungere da teatro o sale polivalenti avendo capienze diversificate,
Vittoria per circa 400 e il Politeama per circa 1.200 spettatori) un mega teatro da 28 milioni di euro tramite finanziamento della Regione. Tenere in piedi caserma, abbattere il vicino Collegio Sant’Ambrogio ex sede universitaria per portarci una sede Asl, costruire un nuovo teatro, costerà complessivamente 35 milioni di euro».
E quindi un invito: «Ministro, perché non viene a farsi un bel giro a Varese ed a comprendere quali assurdità stanno per avvenire in questa città?».
L’abbattimento troverebbe, se fosse fattibile, favorevole anche il sindaco.
«Questa è la strada che all’inizio volevamo proprio intraprendere – spiega Fontana – La prima idea era quella di demolire quasi completamente l’edificio, per potervi costruire il nuovo teatro». «Idea che è stata però bocciata dalla Soprintendenza, per cui abbiamo dovuto adeguarci e seguire un’altra strada».
In linea di principio quindi il primo cittadino sarebbe favorevole. Salvo ricordare che il parere della Soprintendenza non si può ignorare. «Ormai siamo a uno stato avanzato con il masterplan – conferma – quindi è decisamente troppo tardi per tentare una strada alternativa». Fontana è l’unico esponente delle istituzioni che si dice d’accordo con l’idea dell’abbattimento, se fosse realizzabile.
Di diverso avviso, infatti, il presidente della Provincia . «Se la Soprintendenza è arrivata a porre il vincolo, per motivi storici e architettonici, dev’essere rispettato, dal momento che gli esperti sono loro – commenta – e non credo vi siano arrivati senza compiere adeguati studi e verifiche. Detto questo, chiaramente io personalmente sono aperto, anche in questa fase, ad ascoltare idee e proposte di tutti i cittadini che volessero contattarmi per esporle».
«E quindi a verificare se possono essere un contributo da aggiungere alla progettazione». Anche Vincenzi, sulla lettera aperta a Fraceschini, conviene con il sindaco Fontana: «Purtroppo una proposta di questo tipo arriva tardi, visto la fase avanzata del masterplan, che ha dovuto adattarsi al vincolo posto dalla Soprintendenza».
«In ogni caso, va detto, avremmo dovuto, anche se fosse stata proposta prima, adeguarci a quel vincolo». Più duro nel dirsi contrario all’abbattimento è l’assessore all’Urbanistica .
«Io ritengo sia un fatto positivo che la Soprintendenza abbia ritenuto l’edificio degno di tutela – dice – Forse noi che viviamo sempre in città non ce ne rendiamo conto, ma si tratta comunque di una struttura che ha valore storico e architettonico. Dovremmo quindi essere contenti che a Varese sia stato riconosciuto di avere una ricchezza da tutelare».