Dopo i tre supplementari dell’andata, Varese e Reggio Emilia si rivedono. Da sfavoriti, gli uomini di Pozzecco hanno sempre dimostrato di poter dire la loro. Ma al PalaBigi sarà veramente difficile. Nel confronto ruolo per ruolo, Reggio prevale.
Il Cincia smazza in media più di sei assist a partita, è uno dei play più solidi della serie A. Maynor aveva lanciato un buon segnale a Cantù, un passo indietro contro Pesaro. Ma dalla sua crescita dipende la crescita di tutta la squadra. Attualmente, però, Cinciarini è ancora un passo avanti.
Andy è in calo, non sta più facendo la differenza, o quantomeno non sta rendendo all’altezza alle aspettative. La sensazione è che, nel momento in cui gli si toglie l’arresto e tiro, renda la metà. Dall’alta parte Drake Diener, Mvp della scorsa stagione, e reduce da una prestazione formidabile contro Cremona. Due giocatori simili, ma Mandrake è su un altro livello. Dietro di lui c’è Kaukenas, che non è più lo stesso di Siena (gli anni passano), ma è ancora in grado di trovare una serata di grazia.
Eyenga è stato uno dei migliori nella disfatta varesina contro Pesaro. Buona prestazione in difesa e anche 19 punti, il tutto macchiato da una resa disastrosa ai liberi. Della Valle, di cui ricordiamo i 32 punti dopo quei tre famigerati supplementari della gara d’andata, è in costante crescita e fa paura. Sfacciato, giovane, semplicemente forte. Un compito durissimo per il congolese di Varese.
Il presente contro il passato della Pallacanestro Varese. Achille si è inserito alla perfezione nel gioco di Reggio Emilia: 12 punti di media a partita. Invece Kangur è appena rientrato e da lui, come da Maynor, dipendono molte delle speranze varesine. Arginare Polonara in questo stato di forma è difficile, ma lì’estone proprio contro Reggio aveva giocato la sua miglior partita, prima di fermarsi.
Data per certa la quarantena di Ed Daniel, a vestirsi da pivot toccherà a Craig Callahan. Pagherà sicuramente parecchi centimetri a Cervi, ma in coppia con Kangur ha dimostrato di poter fare buone cose. Il problema sorgerà sulle rotazioni, perché come al solito la panchina piange.
Menetti ha a disposizione un arsenale importante, a partire da Mussini, il già citato Kaukenas e Silins. Poche alternative per il Poz, che deve gestire anche la presenza/assenza di Daniel.