Impianto per il trattamento dell’umido a Borsano, il quartiere si ribella, ma si divide. «Basta immondizia, il sito Accam va bonificato e restituito ai borsanesi» tuona , consigliere comunale leghista. «No a due impianti tra Borsano e Legnano» la preoccupazione di , portavoce del comitato ecologico di Borsano. E il comitato Rifiuti Zero chiede di «rivedere il giudizio sulla fabbrica dei materiali». Di certo c’è che l’inceneritore Accam si spegnerà entro la fine del 2017, ma è una buona notizia che a molti borsanesi non basta. Perché dopo più di quarant’anni di sacrifici per la collettività, l’indicazione data dall’assemblea dei soci (Comune di Busto assente al voto), di prevedere l’avvio di un impianto di trattamento dell’umido sul sito oggi occupato dai forni, sa di beffa.
A farsi portavoce di questo sentire comune è Livio Pinciroli, borsanese doc, consigliere comunale uscente per la Lega Nord: «Non ci sto, la gente di Borsano ha sopportato per anni il grande impatto ambientale di un inceneritore e non può accettare una riconversione in un impianto per il trattamento dei rifiuti organici, che rischia di portare puzze e ancor più traffico e inquinamento di mezzi pesanti sul nostro territorio». Secondo l’opinione di Pinciroli, che si è
sempre posto l’obiettivo di «chiudere l’inceneritore», l’unica soluzione dopo lo spegnimento dei forni è quella che prevede «la bonifica dell’area e la sua restituzione ai cittadini borsanesi». Così al successore di Farioli a Palazzo Gilardoni, chiede già preventivamente di «battere i pugni sul tavolo di Accam per scongiurare una soluzione che lascerebbe nuovamente lo smaltimento dell’immondizia a Borsano».
Meno tranchant, anche se comunque preoccupato, il comitato ecologico di Borsano: «Siamo soddisfatti che sia stata confermata la decisione di spegnere l’inceneritore nel 2017 – sottolinea il portavoce Adriano Landoni – ma ci preoccupa l’ipotesi che possano sorgere due impianti per il trattamento della frazione organica a breve distanza, uno sul sito Accam e uno dell’Amga a Legnano». Anche perché l’area prescelta, in via Novara, è appena oltre il confine. «Si dialoghi per arrivare a realizzare un solo impianto». Per il Comitato Rifiuti Zero è «positivo» che l’81% dei soci abbia «confermato la volontà di spegnere l’inceneritore e di avviare un impianto di trattamento dell’umido sul sito di Borsano per garantire la continuità aziendale». Lascia invece «molto perplessi» la bocciatura della fabbrica dei materiali, in base allo studio del professor del Politecnico di Milano, che sarebbe fondato su «stime troppo prudenti» sulle possibilità di recupero dei materiali trattati. Per il comitato di Borsano ci vorrebbe «uno studio alternativo».