Quanti derby contro Milano ha vinto ? Fare una classifica dei ricordi pare brutto, meglio allora prenderne uno a caso a fungere da paradigma. Anche perché divertente.: i futuri campioni distruggono la Sony al , il ne scrive 23. È ancora il primo tempo quando, in un momento di gioco fermo per un tiro libero, il playmaker si gira verso la tribuna occupata da un migliaio abbondante di tifosi varesini in trasferta e – allargando le braccia – esclama: «»
Tanti, Poz. . Anche nel derby europeo consumatosi giovedì sera al
, peraltro, una nutrita presenza prealpina non è mancata sugli spalti: tifosi biancorossi mischiati qui e là tra i supporters meneghini e un’intera delegazione societaria sui seggiolini che contano. Perché – e qui facciamo un passo indietro a favore della logica del racconto – non può non essere definita una sotto mentite spoglie: i cugini da una parte, Pozzecco e dall’altra in panchina,
a fare la telecronaca.
, perbacco, si festeggia come se non ci fosse un domani: «Sognavo di portare a casa questa partita e – esordisce Gianmarco – E dedico il successo proprio alla mia Varese: è stato bello salutare tutti quelli che sono venuti a trovarmi. C’erano , ,e , poi mi ha scritto il presidente per scusarsi di non essere riuscito a venire, mentre con sono stato al telefono un’ora nel pomeriggio. I rapporti sono rimasti idilliaci».
Ma c’è dell’altro e ha a che fare con la sua nuova vita: «Sono clamorosamente contento per Veljko e per questa società, Abbiamo passato un periodo difficile con qualche sconfitta di troppo, ma il rimarrà nella storia del Cedevita Zagabria: contro non ci credeva quasi nessuno, mentre ieri il merito va al nostro grandissimo capo allenatore». Non ha tutti i torti il Poz: Mrsic sta facendo vedereche dovrebbero far ricredere anche i più
scettici tra i tifosi nostrani, ancorati all’anno buio della retrocessione e a quella sfortunata parentesi in panchina dell’ex mortifera ala croata. Altri tempi, anche qui: «Veljko fa delle scelte pazzesche, in grado di far rendere al meglio i tanti ragazzi giovani che abbiamo in squadra. Un esempio? ». Torniamo fuori dal campo. Un “umano troppo umano” come Pozzecco, ovunque vada, lascia strascichi di umanità ed emozione. Tesse, disfa e ritesse rapporti che poi rimangono nel tempo,i. È successo con l’attuale allenatore di Milano, di nuovo sulla sua strada giovedì sera: «I rapporti ora sono buoni, ci siamo salutati nel tunnel».
Ma ammette che «dopo l’allontanamento dalla Fortitudo per un po’ me la sono segnata, posto che all’epoca aveva ragione lui e che oggi, da allenatore,. Quando lo incontrai da giocatore di non dormii per due notti. In campo, dopo averlo battuto contro Roma, mi avvicinai e gli dissi: “”. Mi strinse la mano e mi diede un buffetto. Ieri non avevo questa voglia di rivincita, ma un po’ ho goduto lo stesso». Inevitabile un accenno sul qui e ora di una Varese sempre nell’anima. Si scopre che i tifosi che domenica tappezzeranno il PalaWhirlpool con la scritta “” hanno un alleato in più: «Ho fatto anch’io la mia parte per convincere a restare. Così come a ottobre la feci per farlo venire: chiamò Mrsic e me per informarsi su Varese e chiederci consigli. Ieri è venuto anche lui a vederci e gli ho parlato a lungo. Ha un giudizio molto positivo, gli piace tutto: la città, il clima, il palazzetto. Non sarà facile, ma secondo me qualche chance l’avete».