Tremila unità in più in un anno e quota 60mila praticamente raggiunta. Questo il nuovo record messo a segno dai frontalieri in Canto Ticino.
Numeri emersi ieri, proprio mentre si allarga la polemica sulla loro presenza e si invocano freni. Secondo la statistica relativa ai frontalieri, diffusa nelle scorse ore dall’Ufficio federale di statistica (Ust), il numero di lavoratori di nazionalità straniera in Svizzera è cresciuto del 3,8% nel 2013. E in Ticino, ormai, i frontalieri sono 59.807, con un aumento di circa 3mila unità su base annua.
In Ticino sono uno su quattro
Ed un altro dato record: più del 25%, per la precisione il 25,5, dei lavoratori attivi nel cantone di confine sono frontalieri. Gli italiani, a dimostrazione di un appeal generalizzato del mercato del lavoro, non sono però i primi numericamente. Oltre la metà dei frontalieri occupati in Svizzera, infatti, è francese (52,4%) mentre un quarto risiede in Italia (23,7%) e un quinto in Germania (20,5%).
Regione per regione
Circa i quattro quinti dei lavoratori frontalieri sono concentrati in tre Grandi Regioni: circa un terzo nella Regione del Lemano (34,7%), un quarto nella Svizzera nordoccidentale (23,5%) e un quinto in Ticino (21,5%). Anche se il numero assoluto di frontalieri è maggiore nella Regione del Lemano, la situazione cambia se si considera la rispettiva percentuale sul totale della popolazione attiva occupata. Nella Regione del Lemano, infatti, come nella Svizzera nordoccidentale, un occupato su dieci è frontaliere. In Ticino, invece, la proporzione è molto diversa, dato che i frontalieri rappresentano il 25,6% degli occupati. Più di uno su quattro. Alla fine del 2013 i frontalieri di nazionalità straniera che lavoravano in Svizzera erano 278500, di cui il 64,2% uomini e il 35,8% donne. Il numero totale è aumentato di 10200 unità, pari al 3,8%, tra la fine del 2012 e la fine del 2013, segnando un incremento inferiore all’anno precedente (+6%).
L’aumento del numero di frontalieri varia però a seconda del gruppo di professioni: rispetto all’incremento generale del 28,7% registrato nell’arco di cinque anni, gli aumenti sono stati maggiori nei gruppi di professione «impiegati d’ufficio e di commercio» (+72,5%), «professioni non qualificate» (+56,2%) e «dirigenti» (+40,1%).
I lavoratori frontalieri, in ogni caso, anche in Ticino esercitano più spesso professioni non qualificate rispetto al resto della popolazione attiva occupata (17,9% contro 3,7%).
Nel 4° trimestre 2013, la maggior parte dei frontalieri (61,0%) era attiva nel settore dei servizi. L’industria dava lavoro al 38,2% dei frontalieri e l’agricoltura soltanto allo 0,7%.
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