– La Commissione ambiente e protezione civile di Regione Lombardia, capitanata dal Presidente , a cui si è unita l’assessore regionale al Post Expo e Città metropolitana , ha fatto ieri, come era stato annunciato, un sopralluogo lungo il fiume Olona.
Due le tappe: la prima a Legnano nell’area di parcheggio di via Pontida, poi alla sede dell’Associazione Contrada dei Calimali all’Approdo Calipolis di Fagnano Olona.Qui, in particolare, i componenti del Consiglio regionale hanno incontrato i sindaci della zona,
da quelli della Valle Olona a quello di Legnano, le autorità, i membri delle associazioni del territorio e i volontari con i quali si sono confrontati sul futuro dell’Olona.
«La Commissione Ambiente e protezione civile si è a lungo occupata del fiume, ma – ha ammesso Marsico – ciò non è stato sufficiente e lo dico con una punta di amarezza, anche se la situazione non è di quelle che si risolvono con la bacchetta magica».Nonostante il lavoro svolto dalla commissione e la risoluzione approvata all’unanimità dal consiglio regionale, «la situazione dell’Olona – ha rimarcato Marsico – è sotto gli occhi di tutti». Dunque la promessa, da parte del presidente, di formulare una proposta alla commissione sul tema degli scarichi in deroga e, una volta ottenuto l’assenso, passare all’azione. Tanti gli spunti emersi dal confronto con gli attori del territorio. , sindaco di Solbiate Olona, ha affermato chiaramente: «Quello che ha il fiume lo sappiamo, ciò che manca è la cura». Il consigliere della Provincia di Varese ha riproposto il Servizio sentinella, un progetto relativo alle segnalazioni di anomalie lungo il fiume che aveva avviato proprio Marsico quando era assessore all’ambiente della Provincia.Il consigliere comunale di Legnano ha ribadito una proposta fatta già nel 2014: «Perché non installare una rete di sensori lungo il fiume per avere dati sull’inquinamento?» C’è il nodo degli scarichi in deroga, che molti vorrebbero che venissero bloccati o quanto meno limitati, e quello dei depuratori non efficienti. di Legambiente , citando un documento dell’Arpa, ha evidenziato come la metà dei depuratori esaminati del bacino Olona – Bozzente – Lura non è adeguata. Infine sussiste il problema di chi vive sul territorio e vuole aiutare a salvaguardare il fiume, ma non sa come fare. Per , coordinatore delle guardie ecologiche dei PLIS Insubria Olona, «i dati ci sono ma mancano la loro messa in rete e dei protocolli che permettano di intervenire tempestivamente».