Voti, potere e paura non li ha mai avuti. Pannella con un’idea cambiava la storia

L’editoriale di Carlo Passera

Uno vale uno, dicono: non è sempre vero. Ci sono leader politici che hanno ottenuto valanghe di consensi, hanno dunque rappresentato milioni di cittadini, senza incidere minimamente nella storia; c’è chi invece, sempre con pochissimi voti, si è fatto forte con le idee, le battaglie civili, persino l’esempio, a volte quello più estremo. Tanto alto, persino troppo, al punto da rendere vano sperare che qualcuno possa seguirlo, riesca davvero a raccoglierne l’eredità. Davvero abbiamo perso qualcosa per sempre.

/>Celebrare Marco Pannella () oggi è cosa facile, la sua grandezza rifulge chiaramente, tra tanti pigmei. Ha segnato il Paese. È di fatto uno dei padri della nostra Costituzione sostanziale: troppo giovane per far parte dell’Assemblea costituente, ha innervato però del suo spirito liberale la crescita italiana. Ha innestato la sana pianta dei diritti civili che sono oggi un patrimonio inalienabile (ma non scontato) della nostra cultura.
Le sue scelte border line lo hanno reso un animale politico del tutto incollocabile, originale, persino folle. Di certo si può dire che quel poco di potere che ha avuto, quel poco di autorevolezza, quel poco di credibilità, lo ha sempre usato per portare avanti valori che solo chi non crede nelle libertà individuali può considerare discutibili.
«Non ha lavorato un solo giorno», si dice di tanti politici di professione. Pannella era un politico di professione, ed è il miglior esempio possibile di come proprio la Politica, se ben esercitata, possa molto aiutare lo sviluppo della società. Grazie Marco, perché hai davvero fatto bene il tuo lavoro.