Con Zzzleepandgo si dorme ovunque. E si sveglia l’affare

Da start up ad azienda? Non per tutti è facile. Ma l’incubatore della Liuc sostiene molti giovani: «Aiuti con tanta pratica e un business angel»

– Le start up di oggi sono il motore dell’economia di domani, sono le aziende del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Ma, certamente, non tutte le idee si trasformeranno in business duraturi e profittevoli: servono condizioni, contesto, finanziamenti, incubatori e molti altri fattori.
Ma ci sono anche tanti strumenti a disposizione di giovani brillanti che vogliono sviluppare la loro idea: l’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness dell’Università Liuc, sostenuto da Univa, è il primo centro di ricerca italiano sui temi della competitività affiliato alla rete internazionale dell’Harvard Business School e in questi mesi ha aiutato dieci start up a germogliare.

Una di queste è la Zzzleepandgo (sleep and go), nata dall’intuito di tre giovani ventitreenni che, viaggiando, hanno dato voce e forma ad una necessità diffusa: avere un posto riservato, comodo e low cost dove riposare.
«L’idea è nata proprio dal bisogno sperimentato sulla nostra pelle durante un’esperienza di viaggio» racconta Matteo Destantini, ingegnere gestionale: «La nostra idea è quella di fornire nei luoghi di transito, come gli aeroporti ad esempio, delle aree di riposo chiuse, di tre metri per tre, dove le persone possano riposare in un ambiente riservato, pulito, con a disposizione un letto, prese di corrente, wifi, musica, film e persino la possibilità di cambiare la colorazione delle pareti».
Ambienti low cost di riposo, che si distanziano dagli hotel «prenotabili con semplici smartphone».

Un’idea che si è trasformata in qualcosa di concreto tra le mura di Villa Jucker di Liuc, dove ha la sede e attrezzature SmartUp, «che per noi è diventato non solo il luogo dove perfezionare e far crescere la nostra idea, ma anche uno spazio fisico che l’Università ci mette a disposizione per incontrare istituzioni, clienti» racconta Destantini.
È grazie al supporto dell’Institute «e soprattutto l’essere stati inseriti all’interno di SmartUp che ci ha permesso di trasferire l’idea

nel concreto: ci hanno offerto competenze e strumenti».
SmartUp, spiega il giovane imprenditore «è diverso dal classico ambiente accademico: l’impronta pratica ci ha aiutato molto».
E a livello finanziario, aggiunge Destantini «siamo stati fortunati, perché non è facile approcciare alle banche o ai vari bandi: noi abbiamo trovato un business angel, che ha creduto in noi e deciso di investire nella nostra idea».
E proprio SmartUp, il laboratorio di fabbricazione digitale di Liuc ha organizzato per martedì 17 febbraio, alle ore 17, in Villa Jucker, il primo incontro di un ciclo di seminari tecnico-pratici sui diversi aspetti della creazione di prototipi.
Incontri dedicati a imprese, professionisti, studenti, makers e tutti coloro che desiderano approfondire il tema, nei suoi diversi aspetti e nel contesto della prototipazione digitale e della stampa 3D: l’incontro fornirà le nozioni di base per l’utilizzo degli strumenti di scansione tridimensionale; simulando un processo reale di prototipazione digitale, saranno illustrati i passi per la realizzazione di un progetto, dalla scansione di un modello fisico, fino alla sua trasposizione in digitale.

I due appuntamenti successivi saranno invece focalizzati sulle stampanti 3D a filamento (“La creazione di prototipi – Dal modello 3D alla stampa 3D”) il 14 aprile 2015, simulando anche in questo caso, un processo reale saranno illustrati i passi per la realizzazione di un progetto, da un modello elaborato al computer, alla stampa 3D dell’oggetto, e sulle schede elettroniche di prototipazione, Arduino e Galileo (“La creazione di prototipi – Dall’idea all’oggetto intelligente”) il 7 luglio 2015.