Caratteristica fisica, un gigante di oltre 1 metro e 90 centimetri. Anagrafica, a ottobre ha compiuto 23 anni. Segni particolari, un tono di voce che spacca i vetri. Professione, portiere biancorosso ormai titolarissimo. Sogno nel cassetto, salvare il Varese e volare.
Ma l’ho vissuta con grande serenità, perché sappiamo tutti quanti che è stata una cosa bellissima, per me e soprattutto per il Varese.
Abbiamo giocato in uno stadio importante contro una big, e davanti a tanti nostri tifosi che ci hanno seguito con amore e passione.
Però da quel giorno non è cambiato niente, si lavorava prima per cercare di migliorarsi, e lo stesso si fa adesso, anzi anche di più, con una voglia e una fame ancora maggiori.
Sicuramente quando stai fuori non è facile per nessuno, perché uno si allena durante la settimana con l’obiettivo di giocare il sabato successivo. Il segreto è però sempre di cercare di allenarsi al massimo, senza mai abbattersi, e con la convinzione di partire sempre titolare. Perché quando arriva l’occasione, bisogna sempre farsi trovare pronti.
A me piacciono due portieri, che nulla hanno a che vedere con me, né come caratteristiche fisiche, né tecnicamente. Sono Consigli e Romero. Sono due portieri che stimo, poi ovviamente cerco sempre di guardare come fanno i movimenti certi portieri di alto livello. Ma io mi ispiro a quei due.
Penso che Consigli sia un ragazzo giovane che ha avuto una crescita costante. Pian piano col lavoro sta dimostrando di essere un ottimo portiere. Per quel che mi riguarda mi auguro di fare un po’ quello che sta facendo lui. Romero invece è un po’ pazzo.
Dicono così? Io sono bergamasco, l’accento si sente, e anche il timbro di voce. Forse sì, sono pazzo un po’ anche io.
Io ho fatto i primi 2 anni vicino a Bergamo partendo come difensore. Evidentemente non ero sto fenomeno. Parlando poi con l’allenatore di allora, ho deciso di fare il portiere. Sono passato poi all’Albinoleffe e al Milan già in quel ruolo.
Benissimo, perché la città è bella, la gente fantastica e ho trovato un gruppo meraviglioso. Sinceramente non avevo mai trovato prima di allora un ambiente così famigliare. Siamo davvero tutti amici, ci diamo una mano l’un l’altro.
Basti pensare a come i nuovi arrivati si siano ambientati subito senza problemi. Il Varese è fatto di ragazzi per bene e di professionisti veri.
A Lecce ho vissuto un’annata abbastanza buona, mi sono trovato molto bene. Quella è una piazza caldissima, che non c’entra niente con la Lega Pro. Penso di non aver fatto nulla di straordinario, evidentemente se ti comporti da professionista riesci a suscitare stima e affetto. Ho sempre cercato di dare tutto quello che avevo. Comunque voglio lasciare un ottimo ricordo anche a Varese eh.
Noi pensiamo solo a quello che succede in campo.
Ci alleniamo duramente per dare il 100% e anche di più durante le partite. Siamo compatti al massimo, e pensiamo solo alla salvezza.
Per noi è difficile giocare su un campo così brutto, perché privilegiamo il gioco palla a terra, ma non abbiamo mai accampato alibi per il campo. Non era perfetto né per noi né per i nostri avversari.
Ora sarà più bello giocare su un prato nuovo, ma le difficoltà ci saranno sempre, e dovremo superarle noi.
Venire a Varese non è facile per nessuno, il nostro è un pubblico fantastico, che cerca sempre di aiutarci, soprattutto nei momenti di difficoltà.
I nostri tifosi non ci hanno mai contestato, e questo ci dà tanta fiducia.
Difficile, la classifica è molto corta.
È una serie B dove tutti possono vincere contro chiunque e dove bisogna pensare solo partita per partita.
Con una vittoria sei a metà classifica, e se perdi puoi ritrovarti ultimo in un batter d’occhio. Ci sono squadre importanti come Bologna, Catania, Livorno. Noi comunque cerchiamo sempre di vincere, non importa il nome dell’avversario.
In serie B con il Varese dopo l’ultima giornata di campionato. Poi chissà.
Prima di chiudere la carriera vorrei giocare nell’Atalanta, perché da piccolo io sono cresciuto a pane e Atalanta.