– Il giorno dopo la drammatica scelta della quindicenne suicidatasi nella mattinata di sabato gli inquirenti sono ancora al lavoro per ricostruire l’accaduto. L’unica certezza è solo quella che la ragazzina si è tolta la vita volontariamente, buttandosi dall’appartamento al sesto piano di via Roma a Saronno dove viveva con la famiglia.
La giovane ha attesa di restare sola in caso per farla finita e ha lasciato un biglietto. Un messaggio molto chiaro sulla sua decisione. Un messaggio che cancella ogni dubbio sulla volontarietà di quel salto fatale, ma non chiarisce il perchè.
Dalle parole lasciate dalla giovane trasparirebbe un malessere generalizzato. Eppure, da quanto trapela, in qualche modo quelle parole suggeriscono che qualcuno, leggendole, possa individuare la ragione di un gesto tanto estremo. Sicuramente non i genitori della ragazza, un padre e una madre amorevoli che vivevano per quella ragazzina che mai aveva dato segnali di un malessere di una non voglia di vivere gravi.
Nessuno avrebbe potuto immaginare quanto è accaduto intorno alle 10.30 di sabato.
Gli inquirenti cercano dunque di capire. Capire se dietro quel gesto non possano essere responsabilità. Esterne alla famiglia. E per ricostruire il perchè l’autorità giudiziaria ha puntato per ora su tre elementi. La lettera lasciata dalla quindicenne. Il cellulare della ragazzina. E il suo Pc. Ovvero i principali canali di comunicazione utilizzati dai ragazzini tra chat e social network.
Per il momento non sarebbero emersi elementi significativi. Nessun filmato strano, nessuna foto imbarazzante della ragazza postata da coetanei, nessun commento cattivo. Nulla di diverso della vita di una normale adolescente. Nulla di comparabile a quel mondo virtuale e orrendo che in altre ha occasioni ha mietuto giovani vittime.
Nelle prossime ore la Procura di Varese affiderà l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sul corpo della giovane. Si tratta di un atto dovuto. Gli inquirenti, intanto, cercano elementi. La ragazza non aveva problemi a scuola, nulla di particolare almeno. Mangiava, sorrideva come ogni normale ragazzina. Eppure dentro avrebbe covato un malessere tale da spingerla ad un gesto definitivo. Un malessere forse fatto dilagare da un episodio specifico.
Il punto è individuarlo. Qualcosa che potrebbe essere successo magari venerdì. Magari qualche giorno prima. Un fattore scatenante comunque recente. I genitori stanno collaborando fianco a fianco con gli inquirenti, motivati a capire cosa sia accaduto alla figlia. Motivati a capire dove quel malessere straziante si nascondesse. E di cosa la quindicenne avesse tanta insofferenza. Un’insofferenza tenuta segreta alla famiglia come ogni quindicenne del pianeta fa. Sulla vicenda viene mantenuto il massimo riserbo, la situazione è molto delicata. Una minore che compie un gesto tanto disperato, deve essere più che mai protetta.