Con lo slogan “Semi nutrienti per un futuro sostenibile”, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato, solo qualche giorno fa, il 2016 come l’anno internazionale dei legumi.
L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza dei molti vantaggi dei legumi, incrementarne la produzione e il commercio, e incoraggiare utilizzi nuovi e più intelligenti lungo tutta la catena alimentare. Ma Varese ha anticipato i tempi perché Monica Neri e suo marito Andrea, poco più che trentenni, hanno inaugurato a novembre Itineri, marchio che rivisita cibi classici in chiave salutistica.
L’azienda si trova ad Albizzate e Monica, che ha fatto la scuola alberghiera e si è laureata in scienze e tecnologie della ristorazione, spiega: «Con Andrea volevo sfidare l’idea comune che il cibo salutare non è gustoso. Siamo partiti da uno dei pilastri dell’alimentazione mediterranea: la pasta».
«Abbiamo iniziato a sperimentare varie ricette, prima con la farina di semi di quinoa, pianta erbacea, poi con quella di amaranto, cereale ricco di fibre. Infine grazie alle farine di legumi abbiamo ottenuto degli ottimi risultati e,
anche supportati dalle evidenze scientifiche, abbiamo deciso di puntare su questo prodotto».
La pasta di legumi casca a fagiolo (permetteteci il riferimento a un altra leguminacea) e l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite potrà dunque esultare ancor prima dell’anno dedicato ai “Semi nutrienti per un futuro sostenibile”.
Qualche purista potrebbe invece rimanere sorpreso, chiedendosi: «Ma come? Una pasta di legumi?».
Monica Neri chiarisce ancora una volta: «Secondo la legislazione italiana si può chiamare pasta solo ciò che è fatto con i cereali. Noi produciamo una specialità alimentare a base di legumi, si può dire tipo pasta, l’abbiamo chiamata “Legù, l’antipasta”. A oggi lavoriamo tre trafile corte: fusilli, paccheri e gigli e come trafila lunga, le tagliatelle».
Geniale. Ma c’è qualcun altro che produce questo tipo di “pasta”? «C’è un produttore – risponde Monica – ma lo fa a livello industriale e soprattutto i suoi prodotti sono destinati all’alimentazione degli sportivi. Noi siamo gli unici a seguire una filosofia artigianale e al cento per cento naturale, nel senso che nella nostra pasta non ci sono additivi. Trovate solo farina di legumi, provenienti da una filiera controllata dal produttore fino al consumatore».
Ieri Monica e Andrea erano in Romagna dove hanno presentato “Legù, l’antipasta” al Gluten Free di Rimini. E ovviamente il marchio Itineri, pensato, come rivela Monica, «durante la gravidanza, l’anno scorso, per una esigenza. Avevo avuto il diabete gestazionale. Così mi sono messa alla ricerca di una formula che ovviasse al problema. “Legù” rappresenta una soluzione gustosa, da lì abbiamo pensato che questa proposta potesse essere estesa anche ad altri».
Oltre all’idea originale, Monica e Andrea hanno avuto tanta tenacia nel crederci fino in fondo. Sono stati supportati dalla banca, «grazie alla garanzia dei miei genitori, imprenditori con una solida attività alle spalle», rivela Monica. E adesso, al fianco dei due neo imprenditori c’è Confartigianato.
«Al momento – continua lei – ci sta supportando per quel che riguarda la sicurezza sul lavoro e l’organizzazione a livello gestionale del personale dell’impresa».
Il segreto di questa storia è quello di una ricetta che adesso conoscerà il giudizio inflessibile del mercato.
Intanto Monica approfondisce: «Nella nostra antipasta ci sono più tipologie di legumi, questo la rende la più povera di carboidrati, priva di glutine e ricca di fibre, proteine e sali minerali. In più è trafilata al bronzo, come da migliore tradizione artigianale ed essiccata a bassa temperatura». E sul sito di Confartigianato Varese potete vedere il video con le fasi di lavorazione di questa nuova invenzione tutta varesina.