«Malpensa ha un grande futuro e non come hub cargo, ma nel traffico passeggeri», dichiara il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni.
Non si tratta di ottimismo ma di una promessa per il governatore lombardo che all’ipotesi di un hub delle merci in brughiera risponde: «No, assolutamente. Malpensa deve essere un hub passeggeri, non cargo. Abbiamo accettato che l’aeroporto di Torino venisse riqualificato come “strategico” a condizione che ci fosse il collegamento Alta velocità da Torino a Malpensa e tra Milano e Malpensa,
perché l’Alta velocità significa fare di Malpensa il vero hub di un’area vastissima che ha un grande traffico passeggeri e non solo cargo».
Ieri mattina, in visita con l’assessore regionale Viviana Beccalossi a Lonate Pozzolo, in uno dei cantieri per la demolizione degli immobili dei cittadini delocalizzati nei Comuni di Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo, Roberto Maroni torna ad essere esplicito sul destino di Malpensa. Anche se la Regione non dovesse più entrare nel posto di comando di Sea.
«Con i tagli che lo Stato ci ha riservato, l’acquisizione di quote Sea non è più un’ipotesi sul tavolo», spiega Maroni ricordando il miliardo e 300 milioni di euro in meno con cui la Lombardia si ritrova a fare i conti. E poi, aggiunge, «non posso mica obbligare il Comune di Milano a vendere».
L’idea più volte dichiarata dal governatore di entrare nell’azionariato e nel cda di Sea, anche per indirizzare le politiche a sostegno di Malpensa, viene dunque accantonata. Perdere la maggioranza nel controllo della società di gestione degli aeroporti di Milano non è più un tabù per Palazzo Marino, ma il sindaco Giuliano Pisapia ha già reso noto che se ne parlerà semmai dopo Expo.
«Ecco, appunto», commenta Roberto Maroni quasi a indicare una mancanza di presa di posizione certa. Nel frattempo, intorno a Malpensa, si demoliscono edifici, cento case “fantasma”, pari a 325 abitazioni abbandonate ormai da anni per “far spazio” a un aeroporto che nel 1998 era sul trampolino di lancio ed ora attende risposte dalla politica.
Il governatore lombardo non sembra volersi arrendere: «Malpensa ha un grande futuro come hub passeggeri e lo vedremo tra poco con Expo. I collegamenti saranno potenziati, la Pedemontana è già partita e ci sono tutte le condizioni perché, a breve, Malpensa diventi uno degli hub più importanti d’Europa».
L’operazione delocalizzazione, con l’acquisto delle case da parte di Finlombarda ai cittadini che hanno scelto di andarsene dal rumore degli aerei, è costata circa 250 milioni di euro.
Ora la regione ne ha messi altri 3,9 per abbattere immobili abbandonati al degrado e all’occupazione abusiva grazie alla determinazione dell’assessore Beccalossi (Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo) che ha saputo smuovere una situazione stagnante.
«Dopo tanti anni finalmente diamo attuazione all’Accordo di programma. Entro il 30 aprile, prima di Expo, sarà tutto concluso, non si vedranno più case disabitate», la rassicurazione di Maroni.
«C’è un misto di orgoglio e di malinconia nel vedere abbattere questi edifici, peraltro costruiti bene. Ma tutto il materiale sarà recuperato».
Aggiunge l’assessore: «In poco più di un anno siamo riusciti a risolvere una situazione che si trascinava da troppo tempo, mettendo la parola fine agli evidenti disagi per la popolazione e a problemi di sicurezza e ordine pubblico».
Sulle ceneri di quelle case ci saranno aree a verde, in attesa di un concorso di idee che dovrà partire dal territorio, ieri rappresentato dai sindaci Danilo Rivolta (Lonate Pozzolo), Mauro Cerutti (Ferno) e Guido Colombo (Somma Lombardo) e dal vicepresidente della provincia di Varese Giorgio Ginelli.