– «I criteri d’iscrizione dei bambini alla scuola primaria sestese vanno rivisti, perché discriminano residenti e bimbi provenienti dagli asili paritari non comunali». Sono i genitori di cinque futuri alunni che risiedono a Sesto, alcuni di loro proprio a pochi metri dalla scuola primaria Matteotti dei Mulini, a chiedere giustizia. Sono arrabbiati e pronti a tutto pur di salvaguardare il futuro dei loro figli.
Marta, la mamma di uno dei piccoli e portavoce dei genitori, spiega: «Abbiamo provveduto come tutti ad iscrivere i nostri figli alla scuola per il prossimo anno scolastico 2015/2016. Le iscrizioni, effettuate online come previsto dal Ministero, si sono chiuse il 15 febbraio. Ma noi cinque abbiamo ricevuto una mail dalla direzione centrale della scuola che c’informava che i bambini non potevano frequentare la Matteotti per mancanza di posti».
La mamma fa sapere che dei 29 posti disponibili ne sono rimasti due, da sorteggiare lunedì fra i 5 parimerito con 23 punti. «Alle 17 c’incontreremo con la dirigente scolastica : per due bambini più fortunati potrebbe essere trovato il posto alla Mulini, ma non per gli altri 3. Le alternative prospettate sono la scuola Ungaretti del centro o quella di Mercallo. Ma è assurdo che i nostri figli siano costretti a prendere e a pagare un bus per recarsi a scuola quando hanno il plesso a pochi metri da casa».
I punteggi sembrano inesorabili, e premiano ad esempio i fruitori del pulmino e coloro che provengono dall’asilo comunale. «Tre dei nostri bambini – fa eco un altro papà – hanno frequentato l’asilo parrocchiale B.V. di Fatima, che è paritario. Ma a chi proviene dal Rodari sono attribuiti più punti. Perché questa discriminazione?».
La scuola, sulla base d’una disposizione assunta nell’ottobre 2013 dal consiglio d’istituto, ha precisato ai genitori di voler privilegiare la formazione verticale e di voler garantire una continuità di studi agli alunni. «Ma perché un bimbo di Cardano al Campo deve essere accolto nella nostra scuola dei Mulini al posto di un sestese? – è il coro dei genitori – Questi criteri adottati sono ingiusti. Chiediamo alla dirigente scolastica una soluzione». Anche il sindaco e il parroco promettono d’interessarsi alla questione.
Replica , vicedirigente dell’istituto comprensivo: «Abbiamo agito regolarmente, sulla base d’una disposizione decisa dal consiglio d’istituto della scuola composto per metà da genitori e per l’altra metà da personale scolastico. Si tratta di un regolamento improntato sul buon senso e sulle indicazioni fornite dalle circolari ministeriali. È il consiglio che decide: solo in caso di errori nell’attribuzione dei punteggi si può intervenire».