Come se non bastasse l’esclusione dalle Paralimpiadi invernali di Sochi, ieri Igor Stella è stato condannato a 18 mesi di squalifica dal Comitato Paralimpico Internazionale.
Una sentenza pesantissima. Il giocatore varesino di ice sledge hockey, 23 anni, era stato trovato positivo nel corso di un controllo antidoping effettuato lo scorso 4 marzo, tre giorni prima dell’inizio delle Paralimpiadi. Alla Commissione medica del Comitato paralimpico internazionale, Stella aveva spiegato di aver fatto uso di una pomata antidecubito a base di cortisone – il Trofodermin – e di non averlo segnalato perché l’utilizzo risaliva a prima dei 30 giorni stabiliti dai regolamenti.
Inizialmente sospeso in via cautelare, ieri è arrivata la condanna a 18 mesi, oltre a una multa di 1.125 euro. Stella, attaccante dell’Armata Brancaleone Varese nato con spina bifida, paga dunque a carissimo prezzo una banale dimenticanza.
«Questo ragazzo sta subendo una sentenza molto severa – ammette Marco Giunio De Santis, capo della delegazione italiana a Sochi – Paga una situazione generale che si è creata sul doping, un rigore che è anche giusto. Noi non appoggeremo il ricorso – fa sapere De Santis – Le regole ci sono e vanno rispettate, la pena ci deve essere. C’è stata negligenza e la sostanza trovata è tra quelle dopanti».
Nessuna comprensione dunque da parte della delegazione azzurra nei confronti di Stella, né tantomeno solidarietà verso un atleta che ha commesso sì una negligenza, ma non certo per malafede.
Ricordiamo che Igor Stella è in Nazionale dal 2008 e ha fatto parte della squadra che nel 2011 ha vinto il titolo europeo a Solleftea, in Svezia. Quella di Sochi sarebbe stata la sua seconda Paralimpiade dopo quella di Vancouver. Nel suo curriculum anche tre partecipazioni ai Mondiali.
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