Parigi, 29 lug. (TMNews) – Un malfunzionamento dei rilevatori di velocità ma anche un possibile errore umano: dopo l’analisi dei dati delle scatole nere, il rapporto dell’Ufficio Inchiesta e Analisi (Bea) francese sull’incidente dell’Airbus A330 dell’Air France precipitato sull’Atlantico nel giugno del 2009 punta il dito anche su alcune responsabilità dell’equipaggio.
Il rapporto sottolinea infatti che i piloti non hanno risposto correttamente ai due principali incidenti accaduti nel corso degli ultimi minuti di volo: la perdita degli anemometri – circostanza alla quale non erano tuttavia stati addestrati a fare fronte all’altitudine di crociera – e lo stallo (la perdita di portanza dovuta alla velocità insufficiente), che ha provocato l’improvvisa perdita di quota dell’apparecchio.
In particolare, l’equipaggio “non ha identificato formalmente la condizione di stallo” nonostante l’allarme abbia suonato in modo continuo per 54 secondi; né è stata avviata la procedura richiesta dopo la perdita degli indicatori di velocità. Inoltre, i compiti da svolgere in cabina non erano sati ripartiti “in modo esplicito” dopo che il comandante si era allontanato per un periodo di riposo.
L’Air France, in un comunicato, ha immediatamente ribattuto che “niente, in questa fase dell’inchiesta” permette di puntare il dito contro l’equipaggio, sottolineando invece la mancanza di affidabilità dell’allarme di stallo dell’apparecchio, le cui “molteplici attivazioni e spegnimenti hanno fortemente contribuito alla difficoltà di analizzare la situazione”. Per determinare le responsabilità dell’incidente – costato la vota a 228 persone – occorrerà tuttavia attendere il rapporto finale della Bea e le relative decisioni della magistratura, che ha già messo sotto inchiesta sia il vettore che la Airbus per omicidio colposo.
Fino ad ora l’unico elemento accertato – non sufficiente di per sé per causare l’incidente – era il malfunzionamento degli anemometri di bordo. Dal rapporto tuttavia emerge non un errore di lettura, che potrebbe avere in effetti conseguenze catastrofiche anche sul comportamento del pilota automatico normalmente inserito in crociera (una sovrastima lo indurrebbe a togliere potenza, rischiando lo stallo; nel caso contrario invece aumenterebbe la spinta e l’apparecchio potrebbe superare la velocità massima sopportabile dalla sua struttura), ma una totale perdita di funzionamento tanto che il pilota automatico, come previsto in questo caso, si era sganciato e l’aereo era in condizioni di condotta manuale.
(fonte Afp)
Mgi
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