In questi giorni un centinaio circa di cittadini ha contattato il numero verde messo a disposizione dall’Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria, dopo il decesso di una ragazza romana per meningite avvenuto a Vienna, nel viaggio di rientro da Cracovia, dove aveva partecipato alla Giornata mondiale della gioventù. A quel viaggio hanno partecipato circa 1700 varesini e varesotti. Negli ultimi tre giorni, poco più di una dozzina di giovani si sono recati nei distretti dell’Ats
in cerca di rassicurazioni: solo 4 le profilassi anti meningite effettuate in via preventiva. Al Pronto Soccorso dell’ospedale di Circolo un ragazzo, rientrato da Cracovia, è stato accompagnato dai genitori perché ha iniziato a sentirsi poco bene. «Non si è trattato di un caso di meningite – ci tiene a precisare il dott. Saverio Chiaravalle, responsabile sostituto dell’unità operativa di Emergenza-Urgenza dell’ospedale di Circolo – Il ragazzo si è sentito poco bene per altre ragioni. Inoltre, non era presente a Casa Italia il giorno in cui vi ha fatto visita la giovane romana deceduta. Comprensibilmente, però, i genitori hanno preferito escludere qualsiasi tipo di sospetto di meningite». L’Ats, però, informa la popolazione che «i membri del gruppo di cui faceva parte sono stati già sottoposti alla necessaria profilassi; essendo la giovane transitata per Casa Italia – quartier generale a Cracovia del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei ogni informazione può essere richiesta alla ATS Insubria al seguente numero: per la sede di Varese 800769622. Solo nel caso in cui qualcuno accusasse sintomi quali febbre alta, mal di testa o di gola, problemi di vista o perdita di conoscenza, deve recarsi subito in ospedale, segnalando la propria partecipazione alla GMG». Il decesso della ragazza romana che stava tornando dalla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia, riaccende i riflettori sulla meningite, una malattia aggressiva e spesso mortale, che colpisce prevalentemente alcune fasce d’età, i più giovani, e che è difficile da curare perché estremamente virulenta. Eppure un modo per prevenirla c’è: i vaccini, che sono la più efficace misura di sanità pubblica. E che possono salvare la propria vita e quella dei propri figli. La vaccinazione antimeningococco C viene fatta presso i servizi vaccinali pubblici territoriali, come per esempio nei distretti sanitari e negli ambulatori della Asl, ma anche da molti medici di base e dai pediatri di famiglia. Non tutti però hanno aderito alla campagna, meglio informarsi preventivamente. Le procedure di vaccinazione funzionano, ma è importante attuare una maggiore copertura vaccinale anche tra le fasce di età più adulte. C’è grande attenzione, e una quota giustificabile di paura, che si trasformano però in azioni preventive e di controllo che non devono generare allarmi.