Pronti ad una causa civile contro il Ministero delle Finanze. I Comuni di sedime aeroportuale di tutta Italia, guidati dal sindaco di Ferno , fanno sul serio. Ed è lo stesso presidente Cerutti a chiedere a di essere invitato alla trasmissione “di Martedì”, su La7, per spiegare la verità circa l’addizionale comunale sui diritti di imbarco.
Nella trasmissione sul tema di martedì 12 gennaio, infatti, «c’è stata una mancanza di conoscenza della problematica da parte degli ospiti, pur autorevoli, che hanno spesso fornito informazioni errate in merito», lamenta Cerutti. Da qui la richiesta a Floris di essere ospite in trasmissione quale portavoce «di una battaglia che assume sempre più i connotati di un “furto legalizzato”». Parole forti che Cerutti non teme di utilizzare. Anzi, la denuncia è precisa circa il «mal
funzionamento degli organi di governo, in particolare nei confronti di noi Comuni che responsabilmente e quotidianamente eroghiamo servizi diretti ai nostri concittadini, consapevoli che siamo sempre più soli».
L’addizionale comunale sui diritti d’imbarco è diventata «una sorta di pronto soccorso che nulla ha a che fare con i motivi per la quale è stata istituita», ossia sorreggere i disagi e i costi causati da un aeroporto ai territori che gli stanno accanto. Sono 91 i Comuni d’Italia che insistono sui sedimi aeroportuali, di cui 72 interessati all’addizionale comunale sui diritti d’imbarco ai quali, dal 2005 ad oggi, mancano 75 milioni di euro della tassa, eppure continuano ad erogare servizi agli scali.
L’altro ieri a Roma la decisione di andare avanti, compatti se, al termine della fase attuale di concordato assistito, il Ministero non si sarà reso disponibile a trattare la questione. La tassa che ogni passeggero paga acquistando un biglietto aereo (9 euro da inizio anno), i cui introiti dovrebbero ricadere, almeno in parte, sui Comuni di sedime, in realtà langue, dirottata altrove. «Dei 16 milioni che spettavano ai Comuni nel 2014, ne sono arrivati soltanto 4,4 e nel 2015 da 17 milioni solo 2,2 sono stati girati dal ministero agli enti locali che ne avrebbero diritto», ricorda Cerutti. «Pur in presenza di una legge che ne stabilisce i criteri, sebbene solo nella misura del 10% di quanto effettivamente incassato dal ministero delle Finanze e dal ministero degli Interni, l’addizionale non viene corrisposta ai Comuni di sedime». Una situazione «deplorevole», incalza il presidente Ancai (Associazione nazionale comuni aeroportuali d’Italia), «che ci ha portati alla decisione di intraprendere una causa legale nei confronti dei ministeri interessati per vedere riconosciuti i nostri diritti».