L’avvocato del caso Uva «Abate, un pm anomalo»

Crac Polita: la replica dell’avvocato Fabio Anselmo, parte civile nel processo per la morte di Giuseppe Uva, indagato per falsa fatturazione nell’ambito dell’inchiesta coordinata dai pubblici ministeri varesini Agostino Abate e Sabrina Ditaranto.

«Ho assistito Antonello e Sandro Polita in alcuni procedimenti che li vedevano come parti offese avanti il Gip di Brescia con il dottor Agostino Abate indagato – scrive Anselmo in una nota ufficiale – Le denunce erano molteplici e, durante il mio patrocinio, il gip aveva respinto la richiesta di archiviazione come alcuni giornalisti delle testate varesine ben sanno, essendo stati escussi in alcune delle relative indagini ordinate da quel giudice».

Anselmo continua: «Abbiamo quindi un pm che indaga l’avvocato della persona offesa che lo ha denunciato e che per questo è indagato, abbiamo ancora un pm che, assumendo in modo assolutamente temerario ed infondato la falsità di una mia fattura emessa, a fronte di preciso bonifico di pagamento, a favore della società che quel bonifico ha effettuato, con causale assolutamente veritiera, pretenderebbe di sentirsi spiegare le ragioni e le attività difensive da me svolte contro di lui».

Anselmo torna a parlare di anomalie varesine: «A Varese tutto è possibile – si legge nella nota – Ma io spiegherò molto volentieri, e non solo a lui, tutti i motivi che mi hanno portato a fare scelte e considerazioni e strategie difensive per tutelare i miei clienti. E forse questo non gli piacerà».

Anselmo infine parla anche del caso Uva: «Prima del caso Uva io non ho mai lavorato a Varese e per il caso Uva sono stato interpellato ed officiato dai Polita che non conoscevo, ovviamente – conclude la nota – Non ho mai nascosto il mio incarico e non vedo perché avrei dovuto visto che lo ho svolto con efficacia e professionalità . La fattura in questione ammonta a euro 15mila più Iva e Cap. Regolarmente pagati».

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