New York, 29 lug. (TMNews) – Si complica il percorso per evitare il default degli Stati Uniti. Quando mancano quattro giorni alla data che segna, secondo il Tesoro, il momento in cui finiranno i soldi per pagare i creditori dello stato federale, il presidente della Camera John Boehner è stato costretto ad annullare il voto previsto sulla proposta repubblicana per alzare il tetto del debito. Motivo: mancava la certezza dei 216 voti necessari a far passare il disegno di legge.
E’ vero che la proposta si sarebbe arenata subito sul no certo del Senato democratico, ma si trattava di un passaggio chiave per consentire ai repubblicani capitanati da Boehner di muovere un passo verso una proposta di compromesso con i democratici, che a loro volta hanno in tasca una contro-proposta da mettere ai voti. Il problema emerso è che Boehner non ha i voti dell’ottantina di deputati vicini al Tea Party, che ritengono la proposta del presidente della Camera troppo moderata in termini di tagli alle spese.
Il piano che sarebbe dovuto andare al voto della Camera prevedeva di alzare il tetto del debito di 900 miliardi subito e 1.600 il prossimo anno, consentendo al governo di prendere nuovi fondi a prestito e così pagare gli interessi sui buoni del Tesoro. Insieme al nuovo debito erano previsti tagli alle spese per circa 1.000 miliardi subito e 1.800 il prossimo anno: troppo poco per gli intransigenti del Tea Party, che vogliono tagli massicci in cambio del sì all’assunzione di nuovo debito da parte del governo federale. Ieri sembrava che la leadership repubblicana fosse riuscita a ottenere i voti dei ‘Tea Partiers’, ma in serata si è capito che la maggioranza non c’era. E così Boehner ha prima rinviato il voto e poi, dopo ore febbrili di negoziati dentro il gruppo del partito alla Camera, ha deciso di annullarlo.
Non si sa quale sarà la prossima mossa: si potrebbe riparlare di un voto della Camera già oggi, dopo una riunione della leadership repubblicana alle 10 di Washington (le 16 in Italia), oppure si potrebbe tentare il compromesso con i democratici su una proposta terza. Quella del senatore democratico Harry Reid per 2.500 miliardi di innalzamento del debito subito è destinata a incontrare il no della Camera, e quindi si dovrà trovare una via diversa. E mentre il Congresso si prendeva un giorno in più per negoziare una soluzione, la Casa Bianca ha taciuto. Per Barack Obama ha parlato alla fine della giornata il suo portavoce, Jay Carney, intervistato in diretta da Msnbc alle 20 di Washington (le 2 di questa mattina in Italia). “Questo ormai è un circo” ha detto, mentre dietro di lui calava il sole su un’altra giornata finita senza un’intesa per salvare gli Stati Uniti d’America dalla prima dichiarazione d’insolvenza della loro storia.
A24-Riv/Pca
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