– La chiave per il giallo di Jerago potrebbe nascondersi tra i video registrati dalle telecamere di videosorveglianza comunali. Ieri mattina i carabinieri di Varese e Gallarate che conducono l’inchiesta coordinata dal pubblico ministero di Busto Arsizio Nadia Calcaterra hanno prelevato tutti i filmati relativi alla notte dell’omicidio di Claudio Silvestri, 41 anni, noto con il soprannome di Ozzo, trovato morto dal fratello Mauro, strangolato forse con un lenzuolo, intorno alle 9 di venerdì mattina.
La casa di via Vittoria dove il delitto si è consumato era in disordine. Silvestri però non si è difeso dal suo aggressore e gli ha anche aperto la porta visto che nella villetta dove il quarantunenne viveva con la madre non sono stati trovati segni di scasso e la porta, il mattino dopo, risultava aperta. Ozzo era rincasato dopo la mezzanotte tra giovedì e venerdì. Alle 9 era già morto da alcune ore secondo i primi riscontri del medico legale che ha eseguito l’autopsia. Gli inquirenti hanno dunque circoscritto un arco temporale entro il quale l’assassino ha agito.
Via Vittoria è una viuzza corta e residenziale dove tutti si conoscono tra loro. E dove nella notte tra giovedì e venerdì in molti, causa calura estiva, avevano le finestre aperte. Nessuno però ha sentito nulla: Silvestri non ha gridato, non c’è stata una lite, il quarantunenne non ha chiesto aiuto. Nessuno ha notato nulla di strano. Ma il killer, a casa di Silvestri deve esserci arrivato. E poi se ne è andato dopo l’omicidio. In via Vittoria, tuttavia, non ci sarebbero telecamere dirette. Ma gli inquirenti avrebbero studiato una serie di percorsi, anche tutti i percorsi possibili, che l’assassino potrebbe aver utilizzato per raggiungere l’abitazione della vittima. E lungo questi tracciati le telecamere comunali ci sono eccome. Si spera dunque nei filmati. Che potrebbero aver ripreso un’auto, un volto, anche solo una figura da poter partire per stringere il cerchio.
In questi giorni gli investigatori stanno ascoltando amici, conoscenti, vecchi conoscenti, familiari, vicini. Chiunque di noto abbia avuto contatti con Ozzo. Che frequentava ambienti omosessuali ed era stato rapinato due volte, l’ultima pochi mesi fa, in orari notturni nel posteggio del cimitero di Gallarate. In una delle rapine gli era stato portato via un cellulare poi rimasto attivo. Da quei percorsi potrebbe essere passato l’assassino che, si pensa, Ozzo conoscesse. Oppure potrebbe essere passato qualcuno che,
ascoltato dagli inquirenti, potrebbe aver dichiarato di trovarsi da tutt’altra parte. Ed è lì che puntano gli investigatori. Trovare un nome noto, trovare la menzogna di qualcuno che potrebbe così essere chiamato a chiarire. Al momento nessuna pista è esclusa. Si punta tutto, dunque, sull’ambito delle conoscenze di Ozzo, e ci sono quelle rapine e quei messaggi mandati dal cellulare della vittima quando era già stato rubato. Messaggi di insulto alla vittima stessa. Messaggi quasi omofobi che di certo Silvestri non potrebbe aver riferito a se stesso.