Indagini “tradizionali” e, infine, dal Dna, l’ultima conferma: in questo modo è stato individuato e poi fermato dai carabinieri del Ros Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, il muratore di Clusone accusato di aver ucciso Yara Gambirasio.
Il cellulare dell’uomo, infatti, è risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato trovato il cadavere, nell’ora in cui sarebbe avvenuto l’omicidio.
Inoltre Bossetti è un muratore, e le indagini si erano in particolare concentrate su chi lavorava nel mondo dell’edilizia:
questo a causa delle polveri di calce trovate sul corpo e soprattutto, nelle vie respiratorie di Yara.
Il cerchio si è stretto ulteriormente grazie ad indagini che
si sono concentrate sul quadro relazionale di Giuseppe
Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 e individuato come
il padre illegittimo dell’assassino. Gli investigatori, attraverso l’acquisizione di decine di testimonianze, hanno cercato di individuare la donna che avrebbe avuto una relazione
con l’uomo e, infine, l’hanno trovata.
A questo punto mancava solo l’ultima conferma, la “prova
regina”: è stato ricavato il dna di Bossetti e la compatibilità con la traccia di sangue trovata sul corpo di Yara lo avrebbe definitivamente incastrato.
«Perdona sempre chi ti ha fatto del male… passaci sopra»: questa scritta allegata alla foto di un mezzo che asfalta una strada da cui spuntano i piedi di qualcuno. E’ uno degli ultimi messaggi postati su Facebook da Massimo Bossetti, l’uomo fermato per l’omicidio di Yara. Sul social network l’uomo ha postato anche delle immagini della famiglia, inclusa una foto della moglie con tre figli sotto cui ha commentato «ecco i miei veri amori». Fra le passioni di Bossetti c’è però anche quella per gli animali (soprattutto cani e gatti). L’ultimo post che ha condiviso riguarda proprio loro: «Se porgi la mano ad un animale lui avrà un solo modo per dirti grazie… semplicemente ti amerà».
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