G8;Greenpeace,Iceberg sulla Senna monito per cambiamento clima


Parigi, 7 lug. (Apcom)
– Un iceberg sulla Senna, ai piedi della Tour Eiffel, è il simbolo scelto da Greenpeace per lanciare un “ultimatum” ai Paesi del G8 in vista del summit dell’Aquila e della Conferenza sul clima di Copenaghen del prossimo dicembre. “Il tempo scorre velocemente e i problemi climatici non saranno altrove e domani, ma qui e oggi” ha dichiarato Pascal Husting, direttore generale di Greenpeace France, durante la conferenza stampa convocata dall’associazione ambientalista su un battello della Senna.

Per Greenpeace le misure da prendere per fermare i cambiamenti del clima sono già note e applicabili concretamente già da ora. “In primo luogo dobbiamo limitare l’aumento delle temperature entro un massimo di due gradi – ha spiegato Husting – Solo così abbiamo delle possibilità di evitare che il clima diventi incontrollabile”. Per attuare questa misura bisogna però anche stabilire dei tempi entro i quali dovranno essere misurati i risultati. “E’ necessario fissare un picco delle emissioni globali al 2015 e poi scendere verso un valore prossimo allo zero entro il 2050”. Ha detto il leader francese di Greenpeace. “I Paesi storicamente responsabili delle emissioni di gas serra devono impegnarsi a limitarle del 40%, rispetto al 1990, entro il 2020”.

Il raggiungimento di risultati positivi implica anche un impegno finanziario non solo per investire nella prevenzione ma anche per indennizzare i Paesi in via di sviluppo dei danni ambientali da loro subiti a causa delle nazioni del nord del mondo secondo il principio del “chi inquina paga” indicato dal leader francese dell’associazione ambientalista. In questo senso per Greenpeace bisogna seguire la proposta avanzata dal premier Britannico. “Gordon Brown, ha avanzato ipotizzato lo stanziamento di 60 miliardi di euro all’anno a favore dei Paesi del sud per permetter loro di adattarsi al cambiamento climatico e attenuare gli effetti dei gas serra” ha ricordato Husting. “Inoltre tali fondi dovranno servire per evitare ai Paesi che ospitano ancora aree di foresta vergine di attuare politiche di deforestazione. Entro 2015 zone come il sud del Congo, l’Amazzonia e il Sudest Asiatico non dovranno più subire l’abbattimento della foresta vergine”.

Se Brown è apprezzato dagli attivisti di Greenpeace, altri leader del G8 sono oggetto di critiche e inviti al cambiamento. E’ il caso del presidente francese, Nicolas Sarkozy, e di quello americano, Barack Obama. Per Husting, l’inquilino dell’Eliseo “si esprime molto sui cambiamenti climatici e ha fatto anche la morale a Obama durante il summit del G20. Tuttavia a parte le parole ha fatto davvero poche proposte sul clima. Inoltre è piuttosto silenzioso in tema di finanziamenti”.

Il presidente americano è invece percepito come un innovatore ma che deve assumere, secondo Greenpeace, posizioni più determinate su alcune tematiche. “L’elezione di Obama ha cambiato completamente lo scenario. Dopo otto anni di negazionismo ambientale di Bush abbiamo un presidente USA che prende sul serio i cambiamenti climatici, e questa è la buona notizia” sottolinea il leader di Greenpeace Francia, “la cattiva è che Obama non accetta l’eredità di Bush anche se ha un diritto,

o addirittura un’obbligazione di inventario, e non può cambiare i periodi presi come riferimento per la riduzione delle emissioni. A livello internazionale si è stabilito che il 1990 è l’anno di riferimento (per calcolare le diminuzioni di gas serra, ndr.), purtroppo negli ultimi provvedimenti legislativi Obama ha fissato il 2005 e questo rappresenta un’enorme differenza”.
L’iceberg sulla Senna (realizzato dall’artista lionese Jacques Rival) è servito anche per lanciare un messaggio di mobilitazione generale in previsione del summit di Copenaghen.

“Come membri della società civile abbiamo il dovere di
sensibilizzare il grande pubblico perché eserciti una pressione sui propri rappresentanti politici”, ha dichiarato Husting che ha riservato anche un commento sulla scelta di organizzare il G8 negli Abruzzi. “Credo però che l’Aquila, in quanto area sinistrata, possa essere un occasione per sensibilizzare sulla necessità di evitare un’altra catastrofe naturale annunciata: quella dei cambiamenti climatici”.

Gsm

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