– Ha attraversato a nuoto in tre ore e mezza lo stretto di Messina. L’impresa, portata a termine lo scorso sabato, è stata compiuta da , la ventitreenne tradatese affetta dalla sindrome di Turner che la costringe a vivere con un corpo da bambina, con non poche anomalie scheletriche. Si tratta di una malattia rara dai sintomi caratteristici e le cui cause sono di tipo genetico: nello specifico, è un disordine cromosomico che colpisce le donne.
L’incidenza della sindrome di Turner è di 1 caso ogni 2500 persone e la sua gravità dipende dal grado di anomalia della patologia.
Einstein diceva che chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo. Nessuno, quindi, disturbi Margherita che dallo scorso anno sta collezionando imprese che, agli occhi di molti, sembravano per lei impossibili da intraprendere. Infatti, sabato mattina Margherita ha conquistato un nuovo importante traguardo: partendo dagli scogli di Torre Faro alle ore 7:50 ha raggiunto la costa calabrese di Cannitello, dimostrando che la tenacia e il coraggio hanno la meglio anche nei confronti, non solo delle correnti sfavorevoli che ha incontrato durante la sua traversata, ma anche rispetto alle anomalie fisiche della sua malattia. Un obiettivo raggiunto insieme ai suoi “angeli custodi”: il suo allenatore e “mental coach” , presidente e fondatore della Onlus i “Super Sportivi” e , ex nuotatrice, una campionessa, anche lei della onlus.
Fino a due anni fa Margherita non sapeva nuotare. Ma in meno di due anni, Margherita ha fatto il miracolo, percorrendo 10 miglia nautiche, nonostante i limiti imposti dalla sua sindrome rara e dalle correnti sfavorevoli. Un anno e mezzo di duro allenamento, prima in piscina o poi all’interno di correnti libere come quelle del lago di Lecco. Per Margherita quello compiutosi lo scorso sabato, fino alla scorsa settimana era solo un sogno verbalizzato: arrivare in Calabria dal mare, partendo da Messina. Ora la missione è compiuta e Margherita può tornare a sognare una nuova impresa. Già nel 2015 aveva scalato il Gran Paradiso insieme al papà, Maurizio, e Massimo, sotto gli occhi increduli di , famosa guida alpina. Due anni fa Margherita, non solo non sapeva nuotare, ma si muoveva a fatica. Oggi, grazie al grande lavoro congiunto portato avanti dalla sua psicoterapeuta, dai suoi genitori che l’hanno sempre incoraggiata e dal signor Magnocavallo, ha deciso di superare quei limiti, imposti dalla sindrome di Turner, a cui sembrava doversi rassegnare.
«Margherita si è regalata un sogno – commenta il suo allenatore -, ma anche a noi ha fatto un regalo: l’opportunità di riflettere sui veri valori della vita, sul fatto che non esistano vite di serie A o vite di serie B, ma che la vita è una sola ed è giusto che ognuno abbia strumenti ed opportunità per affrontarla nel migliore dei modi. In Sicilia, una terra così ricca di storia e mitologia, Margherita da sola ha scritto la sua favola che narra delle imprese di una principessa dagli occhi color del mare, capace di sfidare la furia delle correnti e la forza del vento col suo cuore grande e la sua anima bella e pulita».