Comparirà oggi davanti al gip di Busto Arsizio, Patrizia Nobile, Emmanuel Djakoure, il ventunenne originario della Costa d’Avorio, omicida reo confesso di Claudio Silvestri, 41 anni, ucciso nella notte tra giovedì e venerdì nella sua abitazione di via Vittoria a Jerago. In sede di interrogatorio di convalida del decreto di fermo, Djakoure dovrà in modo particolare chiarire un’incongruenza giudicata rilevante dagli inquirenti. Fermato nella notte tra martedì e mercoledì il ventunenne ha di fatto confessato ogni cosa.
Ha ammesso di essere stato abbordato da Silvestri nella zona della stazione di Gallarate. La vittima lo ha adescato proponendogli un rapporto sessuale, lui ha finto di accettare per poterlo derubare. Ha ammesso ogni cosa e del resto le prove raccolte dai carabinieri del reparto investigativo di Varese e della compagnia di Gallarate coordinati dal pubblico ministero Nadia Calcaterra sono solidissime. C’è un’impronta trovata a casa della madre della vittima, che vive al piano terra della stessa casa in cui viveva Silvestri, e l’intero bottino rubato da casa di Ozzo, soprannome di Silvestri, dopo l’omicidio è stato ritrovato addosso al killer. Djakoure, però, ha detto subito dopo il fermo interrogato dal pubblico ministero Calcaterra di aver ucciso Silvestri strangolandolo a mani nude. Ed è questa l’incongruenza. In base ai primi riscontri autoptici, infatti, Ozzo sarebbe stato strangolato con una fascia di tessuto. E non a mani nude. Una fascetta compatibile con l’arma del delitto individuata dal medico legale, inoltre, è stata trovata dagli inquirenti sulla scena del crimine. Perché Djakoure avrebbe detto di aver strangolato Silvestri con le proprie mani? Possibile si sia confuso? Possibile non ricordare con esattezza come si è ucciso un uomo? L’incongruenza dovrà essere chiarita oggi. Altrimenti è possibile che il pubblico ministero Calcaterra reinterroghi l’omicida. Che Djakoure sia il colpevole è una certezza. Non soltanto sulla base della sua confessione, ma in modo particolare sulla base di tutti i riscontri inequivocabili che gli investigatori hanno individuato attraverso un’indagine precisa, efficace e rapida. In soli cinque giorni il killer di Ozzo è stato assicurato alla giustizia. È certo inoltre che abbia ucciso Ozzo da solo. Sulla scena del crimine non è stata trovata alcuna evidenza che con Djakoure e Silvestri ci fosse una terza persona. In quella casa c’era soltanto il ventunenne. Ha ucciso Ozzo da solo. Da accertare anche il perché. Il killer avrebbe detto di essere stato aggredito da Ozzo, ma basta guardare l’imponenza fisica dell’omicida, soprattutto se paragonata alla magrezza di Silvestri che aveva tra l’altro anche difficoltà deambulatorie, per capire che Djakoure avrebbe potuto difendersi tranquillamente senza dover sopraffare l’altro. La legittima difesa, insomma, pare davvero improbabile. È confermato infine che Djakoure non ebbe alcun rapporto sessuale con la vittima.