Rischiò grosso, il bimbo. Cinque anni, una allergia certificata all’uovo, abbinata a una forma piuttosto seria di celiachia. Quel giorno, a metà dello scorso mese di giugno, dall’asilo comunale di via Cattaneo, a Cadorago, si assentò la cuoca “titolare”. E successe il patatrac.
Oggi, a distanza di tre mesi, i familiari di quel bimbo hanno scritto al Comune per chiedere un risarcimento, motivato da almeno due ragioni che, almeno per come la vedono mamma e papà, hanno davvero rischiato di rendere tragico l’esito di questo “incidente”.
Dunque:accadde che al piccolo alunno, nonostante l’allergia, venisse somministrato del cibo che conteneva uova. La reazione fu immediata, la classica reazione da choc anafilattico. Il bimbo prese a respirare con affanno, poi entrò in una vera e propria crisi ma anzichéchiedere aiuto al 118, accelerando i tempi dei soccorsi, le maestre chiamarono la madre, che provvide poi a portarlo in ospedale salvandolo.
I genitori, assistiti dall’avvocato Pierpaolo Livio, contestano alla scuola dell’infanzia Sant’Anna di non avere adeguatamente vigilato sulle prescrizioni relative alla dieta che il piccolo avrebbe dovuto seguire e di non averlo soccorso adeguatamente nel momento in cui presentò i primi sintomi della reazione allergica. A scuola, a Cadorago come altrove, sono conservate le schede relative a ciascun alunno. In altre parole, secondo i genitori, corpo docente e non docente non poteva, e non doveva, dimenticare le prescrizioni alimentari.
Era la metà del mese di giugno, e da allora il bimbo non fece più rientro a scuola.
r.caimi
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