– Alessio se n’è andato a dieci anni, l’età in cui i sogni hanno ancora la forma di un pallone e i calciatori li immagini invincibili come i supereroi dei cartoni. Alessio aveva il cuore nerazzurro, e quando vedeva vincere l’Inter allargava il suo sorriso dolce e disarmante. Quel sorriso che illuminò il suo volto il giorno in cui, durante un day hospital, ebbe la gioia di ricevere in regalo le maglie autografate di Javier Zanetti e Rodrigo Palacio,
i suoi due grandi idoli.
Alessio aveva un cuore da leone: per nove lunghi anni ha lottato contro la leucemia (il male che lo aggredì quando aveva solo 14 mesi) con una grinta e un coraggio da fare invidia a Zanetti, Materazzi, Samuel e tutti i grandi guerrieri della storia nerazzurra. Era un piccolo guerriero anche lui, capace di affrontare a testa alta guarigioni e ricadute, fino alla scomparsa, avvenuta nel novembre 2014, ad appena 10 anni. I suoi genitori – papà Giuseppe e mamma Sonja – hanno voluto trasformare in amore e altruismo il dolore per la perdita del loro piccolo. Lo hanno fatto creando l’associazione “Un…due…tre…Alessio”, onlus di Castellanza che sostiene le attività del reparto oncoematologico dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Lo stesso reparto in cui il piccolo Alessio Di Bona è stato in cura negli ultimi anni dall’équipe del professor Franco Locatelli, che lo ha sottoposto a tre trapianti aploidentici (trapianto di midollo possibile dal papà o dalla mamma, anche se compatibile per metà), in assenza di un donatore compatibile da banca.
Questa sera la famiglia Di Bona e alcuni rappresentanti della onlus saranno ospiti a San Siro in occasione della partita Inter-Sampdoria (per una felice coincidenza, sulle tribune del “Meazza” sono annunciati anche due monumenti della storia interista come Ronaldo e Josè Mourinho).
Uno degli scopi dell’associazione è proprio quello di far capire quanto sia importante, e spesso vitale, l’iscrizione alla banca dati dei donatori di midollo osseo. “Un…due…tre…Alessio” è impegnata anche nell’aiuto concreto alle famiglie dei malati, mettendo a disposizione alloggi gratuiti e fornendo contributi economici per affrontare con maggior serenità il periodo delle cure.
E San Siro è il posto migliore per far conoscere le attività dell’associazione dedicata a un piccolo, grande, indimenticabile interista.