Ricordo come fosse ieri qualcosa di spiacevole successomi alle ginnasiali negli anni 60; soffrivo da qualche giorno di un terribile mal di denti e mio padre mi aveva mandato da un amico dentista che immediatamente aveva fatto una bella estrazione tutta da incorniciare.
Ingenuo pensavo: tolto il dente… e tolto il dolore e tutto contento ritornavo a scuola… Trascorrevano poche ore e venivo assalito da dolori lancinanti, al punto da dover ricorrere alle cure del tecnico di laboratorio che,
con una dose massiccia di etere, mi addormentava la bocca e mi consigliava di ritornare dall’estrattore magico… che con la massima calma ammetteva sì di essere intervenuto su di un dente sano ma, con mio grande stupore e sollievo, decideva di curare, non di togliere, quello fradicio per la carie…
Fuor di metafora. Il dente sano è la Politica, intesa come partecipazione pratica popolare all’organizzazione e amministrazione della vita pubblica, da non toccare assolutamente, anzi da mantenere sempre bello, pena atroci sofferenze.
Il cariato… la “partitica”, organizzazione dei partiti attraverso i quali la politica, purtroppo o per fortuna, si estrinseca, anche con maneggi che definire incofessabili è un eufemismo… Quello bisogna fare di tutto per salvarlo, con una buona prevenzione e ricorrendo poi a cure da cavallo se le carie stile Mafia-Capitale si sono estese al punto da minacciare la radice stessa, prima di correre il grosso rischio di buttare via il bambino, cioè la Democrazia, con l’acqua sporca della carie