Rallenta l’andamento degli ordini di macchine utensili nel terzo trimestre dell’anno: parliamo di un calo del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre.
E proprio come era accaduto nel secondo trimestre del 2016 il risultato è stato determinato dal negativo andamento dei mercati esteri.
«Il leggero rallentamento evidenziato dall’indice, certo, non può far piacere – dichiara Massimo Carboniero, presidente Ucimu – alcuni importanti mercati esteri risultano in calo, come nel caso degli Stati Uniti impegnati nel rush finale delle elezioni, altri in rallentamento come la Cina e, infine, alcuni in difficoltà come la Russia».
L’andamento politico e economico internazionale influenza dunque negativamente sulla componente estera degli ordinativi, «non siamo però preoccupati perché la nostra storia ci insegna che i costruttori italiani sono abili nel riorientare l’offerta verso le aree più vivaci.
A partire, questa volta, proprio dall’Italia che sta vivendo un periodo decisamente positivo: la domanda di macchine utensili corre, determinata dalla necessità di rinnovare gli impianti produttivi del paese e sostenuta da alcuni provvedimenti, quali la Nuova Sabatini e il Superammortamento».
Prosegue, infatti, il trend positivo degli ordinativi raccolti dai costruttori italiani sul mercato domestico risultati, nel periodo considerato,in crescita dell’11%. Si tratta del tredicesimo trimestre consecutivo di incremento, a conferma del positivo momento che caratterizza il mercato italiano.
«L’efficacia di queste recenti misure – continua Carboniero – ha convinto le autorità di governo a trasformarle nei pilastri del Piano Nazionale Industria 4.0, inserito nella Legge di Stabilità per il 2017».
Parliamo di «conferma del Superammortamento al 140% per acquisti in macchinari, rifinanziamento della Nuova Legge Sabatini, introduzione dell’Iperammortamento al 250% per investimenti in tecnologie innovative, incremento dal 25% al 50% del credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, come punti cardine del Piano che finalmente riporta la manifattura al centro dell’agenda del paese».
E in questo senso, sottolinea Carboniero «il Piano Nazionale Industria 4.0 è un vero strumento per il rilancio della competitività del nostro sistema industriale: queste misure premieranno tutte le imprese virtuose, quelle che vogliono investire, ovvero la domanda, poiché godranno di importanti sgravi fiscali, e quelle che fanno innovazione, dunque l’offerta, poiché, di conseguenza, troveranno un mercato più vivace e ricettivo e potranno contare sul credito di imposta per l’attività di ricerca e sviluppo».