Riscoprire un antico idioma, parlato circa fino alla prima metà del novecento in Val Veddasca, ad Armio per la precisione, che gli abitanti del posto utilizzavano per comunicare tra loro. Non un dialetto, ma una vera e propria lingua, con le sue regole e la sua fonetica, chiamata Larghesepp, di cui non si conosce la genesi, ma che l’amministrazione comunale di Maccagno con Pino e Veddasca e il distretto di Laveno, Luino, Alto Verbano del Rotary vuole riportare alla luce, con il contributo ovviamente degli anziani del posto e coinvolgendo anche gli studenti delle superiori di Luino.
«Questo idioma – spiega il sindaco – è stato inventato dagli emigranti di questa zona della Val Veddasca che lo utilizzavano tra loro per comunicare, per non farsi capire dagli altri; il nostro dialetto non era sufficiente perché troppo simile a quello di altre località». Non farsi rubare i segreti del mestiere in Svizzera o in Francia, questo lo scopo del Larghesepp, che poi veniva utilizzato dagli emigrati quando facevano ritorno ad Armio. L’idioma oggetto di studio dovrebbe risalire alla fine dell’ottocento, per poi scomparire attorno alla metà del novecento; una storia tutta da scoprire. «Di fatto è il nostro Codice da Vinci – sottolinea Passera – non si tratta di riscoprire una lingua, ma anche un pezzo di storia del nostro territorio; io stesso che ho 51 anni e che conosco le tradizioni locali non ne avevo mai sentito parlare».
In paese c’è ancora qualche anziano che ricorda qualche vocabolo del Larghesepp; saranno gli studenti delle superiori a indirizzi turistico di Luino a intervistarli insieme ai responsabili del progetto. Tanto per capire quando questo idioma non c’enti nulla col dialetto, basta vedere la traduzioni di alcuni vocaboli. Pane ad esempio si dice “striseg”, ragazzi si traduce con “semegn” e vino con “lorgne”. «Non vogliamo limitarci a recuperare qualche vocabolo ma ricostruire anche la fonetica, facendo aiutare anche da un linguista»
conclude il sindaco.
«Siamo riusciti a recuperare qualche quaderno contenente alcune parole o anche qualche novella scritta in Larghesepp – racconta , presidente del Distretto locale del Rotary – c’è molto lavoro da fare e poco tempo a disposizione; nel mese di maggio abbiamo già programmato quattro interviste con gli anziani del posto che si ricordano di questo idioma». Un’operazione di recupero delle tradizioni molto particolare e ambizioso. «Si è costituita una rete di volontari molto entusiasta – conclude Ferloni – coinvolgere le scuole è doveroso perché questo progetto non deve rimanere una cosa per grandi; stiamo parlando di un pezzo di vita del nostro passato».
«Ho 60 anni – spiega l’assessore – ma conosco questo idioma solo per sentito dire; è una lingua completamente diversa dal dialetto».