«Pane e latte? Li vendo gratis se serve a salvare la cooperativa».
Eros Mesiti ha 35 anni, è un commerciante che lavora con passione e si è preso in carico un compito professionale non da poco: resuscitare il vecchio alimentari del rione di Capolago.
Un quartiere dietro quella vetrina
Se c’è un negozio che si può fregiare dell’attributo “storico” è proprio questa piccola bottega che trova posto vicino al circolino in via per Buguggiate.
Dopo aver aperto le serrande più di un secolo fa, è rimasta in attività fino al 2012, quando gli ex proprietari avevano deciso di chiuderla: uno smacco per gli abitanti di Capolago che perdevano il punto di riferimento vicino a casa per piccole e grandi spese. L’assenza è stata colmata il 18 giugno di quest’anno, quando Eros e sua moglie Elisa Ballerio hanno rinnovato la sfida: «Ed abbiamo fatto contento tutto il quartiere – racconta il gestore – Molti ci hanno ringraziato di avere riaperto e sono tornati, altri invece no: un anno e mezzo di stop ha influito sulle scelte di alcuni paesani che si sono forse abituati ad andare altrove».
Scrivere di “sfida” non è un’esagerazione fine a se stessa: mandare avanti un negozio di paese al giorno d’oggi, di alimentari in particolare, è un’impresa più unica che rara. La prova empirica è presto fatta: quanti se ne vedono ancora in giro? I costi di gestione sono esorbitanti, il guadagno su alcuni generi è assai risicato e la concorrenza della grande distribuzione è spietata: tutti vanno al supermarket per la spesa standardizzata. Come fare?
Due le strade, la qualità e le idee. La prima non manca in via per Buguggiate ed ha le sembianze di salumi che ti si sciolgono in bocca – e che Eros non lesina di farti assaggiare proprio come si faceva una volta – e di formaggi che non trovi altrove, come il pecorino al tartufo, quello romano di grotta o l’Occelli al Barolo.
Le seconde vengono di conseguenza, perché l’ingegno si aguzza per sopravvivere: «Su pane e latte non guadagno un centesimo – continua Mesiti – Ho quindi deciso di venderli gratuitamente a chi faccia anche altra spesa: se vieni e prendi qualche affettato o un pezzo di formaggio te li regalo». Fare un favore agli altri per farlo a se stessi, il “do ut des” dei latini declinato al 2014 per combattere la crisi. E salvare un luogo teatro di scene che non si vedono purtroppo più tanto spesso, come un saluto come si deve all’entrata e all’uscita o un sorriso gentile che ti accoglie.
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