– A Travedona la “Rinascita” è al femminile. Al convegno sul tema spinoso della violenza sulle donne, svoltosi sabato, il leit-motiv è stato proprio la rivalutazione della condizione femminile.
«Un momento importante di condivisione delle esperienze da parte di professionisti, operatori, istituzioni, associazioni come Donna Sicura», ha esordito il sindaco , che ha sottolineato l’importanza dei «buoni ideali comuni per promuovere il ben-vivere» e ha introdotto l’ospite d’onore, il console dell’Ecuador a Milano .
È toccato al diplomatico aprire i lavori puntando il dito sul «grande ruolo dei docenti nell’inculcare nelle giovani generazioni il rispetto per le diversità di genere», raccontando anche la propria esperienza con le donne vittime di violenze, impegnate a Expo in servizi di catering per affrancarsi dalla dipendenza economica.
Anche , presidente dell’Ente Nazionale Sordomuti, ha richiamato l’attenzione sull’emarginazione e la scarsa visibilità nella quale vivono anche le persone non udenti (a Varese l’ente conta 280 soci,
ma in Italia vivono 50mila sordi).
Due interviste sono poi entrate nel merito del merito del tema della violenza. Il giudice , presidente di sezione al tribunale di Milano, ha illustrato il grave ritardo legislativo italiano e una normativa che troppo spesso tutela più l’imputato della vittima. «La violenza domestica non si risolve nei tribunali – ha asserito – ma nelle scuole e con l’educazione al rispetto. Però la repressione penale deve esserci, come deterrente generale. È necessario dare risposte di rete alle donne: aiuto psicologico, legale, economico; dare sicurezze e prospettive. Servono avvocati e giudici specializzati, ma anche combattere gli stereotipi, la pubblicità sessista, il conformismo, il dominio sessuale dell’uomo».
Ha sollevato poi il discorso della violenza legata ai fenomeni migratori: «Le situazioni violente si riscontrano spesso nelle coppie miste, dove la diversità di cultura può sfociare in subordinazione economica e sessuale delle donne».
D’accordo la scrittrice e giornalista milanese , autrice del libro “Le donne, acqua nel deserto”, che racconta quattro storie di violenza. Vicende positive nelle quali le protagoniste escono dal tunnel della sopraffazione. Anche Carraffa ha ribadito l’importanza della comunicazione mediatica, degli esperti e dei docenti per combattere violenza e discriminazione.