– Telefonini ai profughi, presunte elemosine per le ricariche e polemiche. La miglior risposta? Arriva dai ragazzi. «Questa mattina tre dei nostri ragazzi mi hanno chiamato per chiedere di poter operare come volontari tra i profughi che ospitiamo alle Barbara Melzi. Hanno chiamato in tre, sono arrivati in dieci. Vogliono fare lavoro di progetto qui, con queste persone in fuga da un incubo. Questa è sostanza, il resto sono spiccioli».
In un bailamme di polemiche, malumori, cavalcate politiche, resta la lezione di questi dieci ragazzi che ieri pomeriggio hanno raggiunto la Melzi, dove hanno incontrato il primo cittadino, mettendosi a disposizione.
Negli ultimi giorni non sono mancati altri sopralluoghi al centro d’accoglienza improvvisato, che ha accolto 70 degli oltre mille migranti arrivati in provincia di Varese uno sbarco dopo l’altro. A Tradate c’è chi ha inscenato striscioni razzisti e manichini neri con teste mozzate, chiamando poi i giornali per dichiarare «l’anonimo
sono io».
E chi, come il senatore leghista , al termine di una visita alla struttura che ospita quelli che lui definisce «presunti profughi», non ha fatto sconti: «Bene la gestione della Croce Rossa Italiana, impeccabile. Ma ho visto questi bei ragazzoni affatto patiti per essere in fuga dalla guerra, e muniti di cellulari».
La Cri ha già spiegato di aver concesso in uso quei telefoni, smentendo che si trattasse di smartphone. Spiegando anche che sono stati realizzati dei banchetti per le ricariche.
«Mi è stato segnalato da cittadini ed esercenti – ha detto Candiani – che sono stati importunati dai presunti profughi che chiedevano spiccioli per ricaricare il telefono. Alcuni arrivano da Paesi che non sono in guerra, mi risulta. Altri sono stati visti mandare ai familiari del denaro. Raccolto forse con la scusa delle ricariche».
Candiani segnalando questi episodi ha voluto intendere una mal sopportazione della situazione di convivenza forzata da parte dei tradatesi. Ieri mattina, però, dieci ragazzini hanno dato una risposta indiretta. Non si sono certo presentati offrendosi come volontari in replica alle polemiche, ovviamente: si sono solo messi a disposizione.
Chiedendo al sindaco il permesso di farlo. «Io bado alla sostanza – conclude Cavallotti – e questa è sostanza. Dieci ragazzi, in silenzio, si fanno avanti. E con loro tanti altri hanno prestato aiuto anche con piccoli gesti. Ribadisco: tutto il resto, davvero, sono chiacchiere spicciole. Anzi, sono proprio spiccioli che non aiutano minimamente».