Tormenta chi lavora all’aria aperta e chi passa ore alla scrivania davanti a un computer. È la rinite allergica, uno dei peggiori nemici della produttività. L’inquinamento ambientale, il fumo, i cambi di stagione e gli sbalzi di temperatura possono causare l’insorgenza della rinite allergica, meglio conosciuta come raffreddore o febbre da fieno.
Questa terminologia “popolare” riflette una vera e propria forma allergica nei confronti di allergeni presenti nei pollini o altri contaminanti la cui concentrazione nell’aria, in particolare durante la stagione primaverile, è molto elevata. Si stima che in Italia ne soffrano oltre quattro milioni di persone. La rinite allergica (Ra) è stata per decenni ed è tuttora classificata come uno dei disturbi cronici maggiormente diffusi al mondo. Tuttavia, la percezione comune tende a banalizzarla sul piano di un semplice raffreddore,
curabile solo con un fazzoletto da tenere a portata di mano se si va in campagna.Cosa comportano tali patologie per naso e vie aeree superiori? Nel corso di un banale raffreddore, sia di tipo comune sia su base allergica, la congestione della mucosa nasale comporta l’ostruzione delle narici. Tale situazione, sicuramente fastidiosa, può in qualche caso, se non trattata, evolvere in complicazioni quali sinusiti e otiti medie, indurre o peggiorare disturbi del sonno e, in alcuni soggetti predisposti, facilitare l’insorgenza di una rara ma grave complicanza: l’apnea ostruttiva.Le fosse nasali o narici hanno infatti il compito di umidificare e riscaldare l’aria inspirata. Al contempo svolgono una funzione di filtro grazie alle vibrisse (o peli), presenti nel rivestimento interno delle narici, al muco e alle ciglia vibratili che tappezzano la mucosa. La conformazione del naso poi lo rende particolarmente idoneo a svolgere queste funzioni: la sua forma a fessura consente di realizzare uno stretto contatto tra la superficie della mucosa e l’aria inalata che attraversa le cavità nasali ad una velocità di circa 2 m/sec. La ricca vascolarizzazione favorisce inoltre non solo un continuo scambio di calore con l’aria inspirata, ma anche una trasudazione di liquidi che mantengono umida la mucosa stessa. L’aria che arriva ai polmoni è pertanto purificata, riscaldata e umidificata.
Per permettere al naso di continuare ad assolvere le sue funzioni, limitando anche i fastidiosi sintomi della rinite, è quindi opportuno, se non indispensabile, riequilibrare lo strato umido superficiale della mucosa con preparati a base di acido ialuronico, una molecola naturalmente prodotta da alcune cellule della mucosa del naso. Il preparato, in formulazione di gel, aderisce alla parete nasale e si stratifica sulla mucosa trattenendo acqua e concorrendo quindi a mantenere il giusto grado di umidità. Si tratta, pertanto, di un importante elemento regolatore della funzionalità nasale, praticamente esente da effetti collaterali, al contrario dei farmaci decongestionanti nasali comunemente usati e, spesso, anche abusati. Tali prodotti, se utilizzati più del necessario, soprattutto nelle forme di rinite cronica, possono infatti contribuire al peggioramento della secchezza della mucosa del naso che, nei casi più gravi, può evolvere verso una forma di rinite secca e crostosa.