Qual è l’energia più economica, pulita e sostenibile? La risposta a pensarci non è banale: è l’energia non consumata. A questo proposito un esempio lungimirante ancora poco diffuso in Lombardia sta prendendo piede da un’idea tedesca ed è quella della “Passive Haus”, cioè casa passiva. Sul territorio varesino ne esistono almeno un paio e una di queste dal 2008 si trova proprio a Mornago. Appartiene a , professore di religione nelle scuole medie e superiori di Gallarate e candidato nella lista civica “Gallarate
9.9”.
La sua non è come si penserebbe la tradizionale casa A+, infatti viene denominata “passiva” perché non produce attivamente energia ma combina antiche usanze con nuovi studi, utilizzando tre fonti di energia inesauribili: sole, vento e terra. Può così evitare ogni tipo di bolletta perché l’impianto di riscaldamento e quello di condizionamento sono sostituiti da una ventilazione meccanica che assicura temperature intorno ai 21° d’inverno e 26° d’estate (l’aria passa nel terreno sotto l’abitazione) e che permette un ricambio continuo dell’aria: come se si aprisse la finestra 3 minuti per 7 volte ogni ora. Le tecniche per ottenere un risultato simile sono ben note e vengono coordinate tra loro: l’esposizione solare di ampi infissi a sud per scaldare gli ambienti per effetto serra (aiutato solo per i giorni prolungati di pioggia da una stufa ad accumulo, il cui costo annuale è pari a qualche decina di euro per la legna), l’isolamento dell’intero involucro edilizio con fibra di vetro, pannelli fotovoltaici da 2,7 kW , un impianto solare termico anche per lavatrice e lavastoviglie, e un serbatoio di raccolta dell’acqua piovana per gli scarichi e l’irrigazione che riduce a 30mc all’anno il consumo di acqua potabile, un bene prezioso. I costi per una struttura del genere, a differenza di quanto si pensi, sono abbordabili per chi non aspiri al lusso, infatti costruire da zero una casa passiva costa all’incirca 1300€ al metro quadro, cioè mediamente il 10% in più di una casa tradizionale classe C.
A suo favore inoltre più che di spese di mantenimento si parla di guadagni che permettono infatti a Rutigliani di avere un bilancio annuale in attivo di qualche migliaio di euro. Il successo di questa idea è così evidente che Rutigliani proporrà nel programma elettorale di Gallarate 9.9 un suo sogno: un nuovo nido d’infanzia passivo dal nome originale “Nella pancia della balena” ed è a questo nome che l’arredamento interno sarebbe ispirato. Pensato per rispondere alle esigenze di nidi gallaratesi e che non pesi sui bilanci comunali, quella degli asili passivi è una pratica già diffusa in altre regione come ad esempio l’Emilia Romagna e il Trentino.