Scola nomina 44 nuovi parroci e responsabili di comunità pastorali: nove operano nel varesotto.
L’Arcivescovo di Milano ieri mattina ha accolto nella Cappella arcivescovile della Curia, i sacerdoti ambrosiani che hanno assunto, tra conferme e novità, nuove cariche nella diocesi.
«È bello vedere un numero così elevato di sacerdoti che hanno accettato il cambiamento – ha detto ieri il cardinale – È un segno che la nostra Chiesa è viva e guidata dallo Spirito. Nel frammento delle vostre Comunità o parrocchie deve brillare il “tutto” così parleremo davvero ai fedeli, a tutti battezzati a prescindere dalle loro condizioni e posizioni».
Donè, quindi, il nuovo referente della parrocchia di San Giovanni Evangelista a Mercallo.
Già presente nella vita della Comunità Pastorale “Sant’Elia” di Viggiù, come vicario dal 2011, don ne diventa responsabile.
Su don , invece, possono fare affidamento i fedeli di Bardello, Malgesso e Bregano.
Varesino di nascita, don salirà a svolgere il suo ministero a Dumenza, Due Cossani e Agra.
E ancora don a Golasecca, don a Caronno Pertusella e don destinato a seguire la Comunità Pastorale “Maria Madre della Chiesa” di Laveno Mombello.
Gallarate fa la doppietta con don alla parrocchia di Gesù Divino Lavoratore e in quella di San Zenone a Crenna, mentre don seguirà le parrocchie di Madonna in Campagna e Santi Nazaro e Celso di Arnate.
Outsider del gruppo, ma sempre con affinità varesine, sono don, già sacerdote a Masnago prima e responsabile della pastorale universitaria poi, che va a San Giuliano Milanese e Sesto Ulteriano e don , per tanti anni a Vedano Olona, ora in forza alla parrocchia di San Bartolonmeo a Cantalupo di Cerro Maggiore.
A tutti loro il cardinal Scola ha detto: «ricordiamoci sempre che c’è un solo sacerdote che è Cristo Gesù e che noi tutti siamo solo amministratori dei Misteri di Dio. Il nostro egocentrismo dimentica troppo spesso questo essere “mandati” e, appunto, la nostra unica missione che è far brillare sul volto sacerdotale nella nostra azione la presenza del Volto santo di Cristo. È questo che ci rende liberi, davanti ai nostri limiti e anche ai peccati».
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