Alcuni fendenti sferrati da hanno raggiunto il cognato alle spalle e alla nuca: complessivamente sono state almeno una quindicina le coltellate inflitte.
Quelle fatali hanno raggiunto il fegato di Crespi, provocando l’emorragia che non gli ha lasciato scampo, ma è sulle ferite alle scapole che si stanno concentrando gli accertamenti più approfonditi da parte della Procura di Busto Arsizio.
Lesioni non fatali, ma decisive nella ricostruzione della dinamica dell’omicidio che lunedì pomeriggio ha sconvolto il piccolo paese di Jerago con Orago.
Le indagini, coordinate dal Pm , si stanno muovendo sulla base delle prime risultanze dell’autopsia svolta giovedì. Le coltellate alle spalle potrebbero rendere più complicata la tesi difensiva della legittima difesa. Secondo la ricostruzione dei fatti, Borile si era rifugiato in camera da letto per guardare la Tv mangiando un panino.
Il cognato, stando al racconto fornito dall’omicida reo confesso, lo avrebbe aggredito con un coltello lungo una decina di centimetri. Lo ha ferito a una coscia, ma poi in un attimo Borile gli avrebbe strappato di mano il coltello infliggendogli numerose coltellate.
I riflettori della Procura si sono accesi sui colpi che lo hanno ferito alle spalle: Crespi potrebbe aver tentato di allontanarsi, ma Borile colto dal raptus di rabbia avrebbe infierito colpendolo nel suo tentativo di fuga.
Un’ipotesi che non convince l’avvocato difensore di Gallarate: «Fin dal primo interrogatorio – dice il legale di Luciano Borile – il mio assistito aveva fatto riferimento a possibili colpi inflitti anche alle spalle. Secondo il suo racconto i colpi sono scaturiti dalla colluttazione. Non c’è stata, secondo il mio parere, nessunissima fuga. La ricostruzione è assolutamente coerente con il racconto che ha fornito. Non dimentichiamo che all’inizio non aveva neppure capito che il cognato fosse rimasto ucciso. Ha chiamato i soccorsi, ed è rimasto lì ad aspettarli. Si era spaventato e quando è stato aggredito si è difeso. Poi ha confessato, ma le coltellate sono avvenute durante la colluttazione».
Nel frattempo è stato anche convalidato ieri mattina in carcere davanti al Gip l’arresto di Borile.
L’indagato ha confermato il clima pesante, già tratteggiato subito dopo l’omicidio del cognato, che si respirava tra le mura domestiche. Un clima di complessa coabitazione, diventata ogni giorno sempre più difficile. Perché rima della loro convivenza forzata pare che i rapporti tra i due fossero cordiali, magari non di amicizia, ma almeno di reciproco rispetto.
Da quando si sono trovati a condividere gli stessi spazi la situazione è andata via via deteriorandosi e il legame personale si è definitivamente spezzato.
Ogni motivo era buono per litigare fino a quando sabato almeno una quindicina di coltellate hanno messo fine a tutto. Per il momento non è stata ancora definita la data dei funerali.
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