Abusi sessuali e maltrattamenti su una bimba di otto anni: condannati il padre della piccola e la matrigna della ragazzina. Una condanna pesantissima quella pronunciata ieri dal giudice Anna Azzena: 10 anni di carcere per il padre orco. Due anni, invece, per la compagna che maltrattava la piccola. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Varese (fu Massimo Baraldo a dare il via all’inchiesta oggi affidata al pm Annalisa Palomba) i fatti risalgono al periodo tra il 2009 e il 2012.
Gli abusi avrebbero avuto inizio quando la bambina aveva appena otto anni. I genitori all’epoca si separarono, la madre si trasferì a Roma con un nuovo compagno. La bimba restò a vivere con il padre a Varese per evitare che subisse un trauma ulteriore. Fu a quel punto, però, che avrebbero avuto inizio le violenze. Il padre avrebbe abusato di lei sessualmente costringendola a palpeggiamenti e strofinamenti sino a giungere ad avere con la ragazzina rapporti completi. La ragazzina ha anche dichiarato che il padre la costringeva a guardare film pornografici con lui. Film che gli inquirenti hanno trovato nel Pc in uso all’uomo. Sull’altro fronte c’erano invece i maltrattamenti attribuiti alla nuova compagna del padre della piccola, che avrebbe utilizzato punizioni crudeli come quella di rovesciare sulla testa della bimba della candeggina. La bimba si è chiusa sempre più in se stessa. Si ammalò di anoressia e perse 12 chili in pochi mesi. Smise di lavarsi, di studiare, di mangiare e di frequentare la scuola regolarmente. Ad accorgersi che qualcosa non andava furono in prima battute le insegnanti. Poi fu la madre della piccola, oggi affidata a una comunità protetta, a rendersi conto di un disagio pesante. La bimba, al termine di ogni periodo trascorso a Roma con la madre, non voleva mai tornare a casa a Varese implorando di non rimandarla dal padre. A poco a poco i familiari fecero breccia nel dolore della ragazzina; fu il nonno materno infine a ricevere una confessione devastante. E partirono le denunce. Sfociate nel processo chiusosi ieri (in primo grado) con la condanna di entrambi gli imputati. La bimba, che oggi ha 15 anni, nel frattempo ha iniziato un lungo percorso di terapia per poter superare la vicenda che ha alla fine denunciato. Gli inquirenti hanno creduto alla ragazzina e non al padre che ha sempre negato ogni addebito dichiarando in aula che era stata la ex moglie a mettere in testa alla figlia strane idee.