Duplice omicidio di via Delle Vigne: lunedì comparirà davanti al giudice per l’udienza preliminare. Negata la perizia psichiatrica per il pluriomicida reo confesso: l’autorità giudiziaria ha rigettato la richiesta dell’avvocato difensore che aveva chiesto l’ammissione al rito abbreviato subordinata alla perizia in questione o, in subordine, l’ammissione semplice al rito abbreviato. La richiesta di far analizzare a un perito la capacità di intendere e di volere di Lorena quanto meno al momento del fatto è sfumata: non potrà chiedere nemmeno la semi infermità. Rischia l’ergastolo anche in sede di rito alternativo.
Lorena il 25 gennaio scorso si rese responsabile di un delitto atroce. Uccise , 80 anni, e la moglie , 74 anni, nella loro abitazione. Secondo gli inquirenti Lorena uccise per poter derubare la coppia di anziani che conosceva molto bene, erano infatti i vicini di casa dei suoi genitori, e con i quali aveva buoni rapporti. Stando a quanto lo stesso Lorena ha ammesso in sede di interrogatorio quel pomeriggio andò in via Delle Vigne per incontrare la ex moglie e vedere il figlio che adora.
La donna, però, lo ha poi smentito: non avevano nessun appuntamento a quell’ora. Ferro gli regalò dei limoni dopo averlo salutato, mentre la moglie lo invitò per un caffè. Lorena lasciò i limoni a casa dei genitori: sarà poi il padre a collocarlo sul luogo del delitto in un orario compatibile con l’aggressione alla coppia di coniugi. Quindi tornò dai Ferro: uccise prima l’ottantenne aggredito nella rimessa, alle spalle, con una mazzetta presa dai genitori. Poi salì in cucina dove la Campello, ignara di quanto accaduto al marito, gli servì il caffè. Lorena, dopo aver posato al tazza, la strangolò con il filo elettrico di una lampada trovata sul posto. Quindi rubò qualche catenina, del contante arrivando a sfilare le fedi ai due coniugi uccisi, vendendo tutto poco dopo a un compro oro.
I carabinieri di Varese, Tradate e Saronno, coordinati dal pubblico ministero , lo inchiodarono in 72 ore: un’indagine perfetta. Politi, vista l’evidenza delle prove e la confessione di Lorena, ha chiesto il giudizio immediato. Lorena ha continuato a dire di non aver agito per denaro, di non sapere il perché, di aver avuto una sorta di raptus, di non sapersi dare pace. Confusione, stordimento, smarrimento, insomma il profilo di un uomo instabile. Al quale l’autorità giudiziaria non ha evidentemente creduto rigettando la richiesta di perizia psichiatrica che a Lorena avrebbe potuto ridimensionare la pena e di molto. Nessuna infermità, nemmeno parziale. Lorena rischia l’ergastolo tanto più che gli vengono contestate aggravanti pesanti quali, ad esempio, la premeditazione e la crudeltà.