Sono andati da Samarate a Varese e si posizionati davanti al cancello di ingresso di Villa Recalcati, sede della Prefettura e dell’amministrazione provinciale e a due passi dalla Questura. E lì, poco dopo le 10 del mattino, si sono semplicemente seduti per terra, in attesa che qualcuno li ricevesse.
Questo il presidio, composto e silenzioso, da parte di quindici profughi africani, provenienti dal centro di accoglienza nella città della Malpensa, venuti ieri a Varese per cercare di incontrare i funzionari della Prefettura. Le autorità sono intervenute, cercando di mediare e convincere i richiedenti asilo a cessare la protesta. Si è aperta quindi una fase di “trattativa”: le autorità hanno convinto i giovani africani ad alzarsi, cessando quindi il sit-in improvvisato, e ad esporre il loro problema.
La discussione è durata per almeno mezz’ora. I profughi hanno spiegato i motivi per cui si sono presentati davanti alla Prefettura. «Abbiamo ricevuto un documento dalla Prefettura, dove dicevano che ci siamo comportati male» ha spiegato uno dei ragazzi, che si è fatto carico di essere portavoce dei richiedenti asilo.
«Ma noi non ci siamo comportati male. Abbiamo però fatto presente che ci sono dei problemi di salute e non abbiamo l’assistenza necessaria». In pratica, dalla Prefettura sarebbe arrivata una nota di richiamo per il comportamento dei profughi, in particolare riferita a tre di loro, tutti presenti ieri, insieme ad altri dodici compagni. Ma loro negano di aver tenuto comportamenti che possano aver creato problemi di ordine all’interno del centro di accoglienza di Samarate.
Anzi, rimarcano come «abbiamo problemi di salute e non ci danno l’assistenza necessaria. Un nostro compagno è stato operato due volte, si trova ancora in ospedale a Gallarate, abbiamo dovuto portarlo al Pronto Soccorso. Adesso è lì da una settimana e non ci fanno sapere come sta, non si interessano a lui». Un ragazzo alza il braccio destro, lo rovescia e mostra il polso con una cicratice ben visibile. «Anche io sono stato operato, tutti abbiamo problemi, ma non si preoccupano per noi» dicono i migranti durante la protesta.
Poco prima di mezzogiorno i profughi si sono allontanati, dopo aver parlato con una delegazione di agenti di Polizia inviata in un secondo momento dalla Questura. I quindici migranti provengono due dal Senegal e gli altri dal Gambia. Per il momento hanno deciso di cessare subito la protesta, ma non si dicono certamente soddisfatti delle risposte avute. «Venite a trovarci al centro e vi spieghiamo e vi facciamo vedere per bene tutti i problemi che abbiamo» dicono infine. Una volta terminata la loro manifestazioe si sono avviati verso il centro del capoluogo, per prendere i mezzi e tornare a Samarate.