Casti Group, ancora nessuna risposta dal ministero dello Sviluppo Economico: sindacati pronti alla mobilitazione.
«Dopo lo sblocco delle posizioni giudiziarie di Gianfranco Castiglioni, a cui il gip Giuseppe Battarino ha revocato il divieto di interloquire con terzi, e del figlio del patron Davide Castiglioni, a cui è stata concessa la libertà, ci si interroga sul futuro del Casti Group, appeso alla revoca dell’amministrazione straordinaria in base alla legge Marzano, stabilita dieci giorni fa dal Tribunale di Varese.
«Continuiamo a chiedere che l’azienda e il ministero ricorrano al più presto in giudizio per rivedere la sentenza – fa sapere Nicola Alberta, segretario regionale della Fim-Cisl – devono muoversi loro, sono i soggetti formalmente legittimati ad agire».
La richiesta di accedere ai benefici della legge Marzano era stata promossa dalla famiglia Castiglioni (investendo beni mobili e immobili del patrimonio personale, come è trapelato nei giorni scorsi da fonti vicine a Gianfranco Castiglioni) e concessa dal ministero , prima che arrivasse la doccia fredda del Tribunale.
Subito dopo la sentenza, le organizzazioni sindacali avevano chiesto un incontro urgente al ministero dello sviluppo economico, per fare il punto sulla vicenda. Ma è già passata più di una settimana e ancora una risposta non c’è.
Probabilmente perché «al ministero stanno compiendo le opportune verifiche», come lascia trapelare un sindacalista, visto che formalmente la posizione della Siac di Cavaria avrebbe fatto saltare i numeri del gruppo, requisito fondamentale per accedere alla legge Marzano. Ma questa impasse non convince fino in fondo.
«Non è stato ancora definito l’incontro al ministero – dice Domenico Lumastro, sindacalista Fiom-Cgil – se non avremo una risposta alla nostra richiesta entro questa settimana, siamo pronti a far scattare la mobilitazione».
Di positivo perlomeno c’è che lo sblocco delle posizioni dei Castiglioni dà un minimo di respiro in più, e magari meno urgenza di rimediare alla sentenza sulla Marzano, alle aziende del gruppo.
«L’unico vero vantaggio è lo sblocco dei conti correnti – sottolinea Domenico Lumastro – l’operatività e la continuità aziendale sicuramente ne traggono qualche giovamento nell’immediato, ma per il resto non cambia molto. Perché se non c’è un filo logico nella struttura complessiva del gruppo, ogni azienda rischia di andare avanti per la sua strada. E chi compie le scelte strategiche?».
In soldoni, nelle singole aziende si avrà un po’ di margine di manovra in più sul breve periodo, ma nel medio-lungo periodo c’è bisogno di maggior chiarezza: solo una decisione definitiva sull’amministrazione straordinaria potrà darla.
Lo conferma anche Nicola Alberta: «Lo sblocco delle posizioni dei Castiglioni può avere effetto sulla titolarità formale, ma il gruppo ha bisogno della presenza di un commissario che possa guidarlo».
Così, mentre nelle aziende si continua a lavorare, in questi giorni proseguiranno le pressioni a tutti i livelli per arrivare alla definizione di un ricorso che possa riaprire la partita dell’amministrazione straordinaria.
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