Tempo per festeggiare, al rientro dalla trasferta siciliana della sua Openjobmetis, ne ha avuto poco, ma non chiedete al Poz se il regalo di compleanno (42, fatti lunedì) che si aspetta dalla sua squadra è una bella vittoria nel primo derby della stagione contro Cantù, questa sera a Pavia. «Perché quello che mi interessa ora non è il risultato di questa o quella amichevole – esordisce il coach biancorosso – Ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento è il tempo per stare insieme e allenarci». Intanto però stasera si torna in campo: il Memorial Aldo Di Bella è un anticipo della prima di campionato, tanto gustoso da aver suscitato persino l’interesse della tv, con RaiSport 2 che offrirà in diretta la partita a partire dalle ore 20.
Una Cantù tutta da scoprire, anche per un osservatore quanto mai esperto come Cecco Vescovi, presente al PalaWhirlpool ieri pomeriggio per l’allenamento. «Difficile giudicare qualunque squadra solo sulla carta, prima di averla vista in azione – sottolinea il general manager biancorosso – Ma una cosa è certa: coach Sacripanti lavora bene e sa mettere in campo in ogni situazione una formazione equilibrata».
L’addio di Aradori, trasferitosi al Galatasaray, incarna al meglio il senso della trasformazione che ha investito anche i brianzoli. Varese, dal canto suo, è reduce dalla ben nota rivoluzione estiva a livello sia di tecnici che di roster, fattore questo che non può non essere considerato basilare nella valutazione delle difficoltà mostrate dalla squadra nel recente Memorial Basciano. «Quello su cui dobbiamo innanzitutto lavorare è la chimica di squadra – ribadisce Pozzecco – Questo è un gruppo costruito partendo da zero ed è chiaro che una situazione del genere influisce sull’efficienza delle dinamiche, soprattutto difensive. Molto diverso è il caso quando invece si ricomincia potendo contare su due o tre veterani, che già rappresentano l’ossatura e il collante della squadra».
Buon segnale però, a livello di spirito di gruppo, vedere i biancorossi iniziare l’allenamento con un applauso collettivo, tutti insieme in cerchio, a metà campo, come a darsi la carica, intorno al proprio coach. «E la cosa positiva di questi primi giorni di lavoro insieme è che tutti hanno dimostrato il valore e le potenzialità che ci aspettavamo da loro» sottolinea il Poz. Come dire che la squadra, sul campo, è la trasposizione di un’idea coltivata e inseguita per un’estate, anche se lo spazio per un eventuale inserimento dell’ultim’ora resta aperto. «Ma sapevamo già in partenza che poteva all’occorrenza mancare qualcosa dalla panchina, soprattutto in un momento in cui la condizione non può essere certamente al top. Il nostro lavoro è orientato anche al guardarsi intorno».
Tre partite in cinque giorni offriranno allo staff tecnico biancorosso ulteriori indicazioni, certamente importanti. Stasera l’ostacolo si chiama Cantù, mentre quello di sabato (a Desio, alle 21, nella prima giornata del Trofeo Lombardia) avrà l’altisonante nome dell’Armani Milano campione d’Italia.
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