Reduce dalla 66^ edizione del Festival di Sanremo con la sua Cieli Immensi, Patty Pravo festeggia, proprio quest’anno, il suo cinquantennale di carriera. Classificatasi al sesto posto, la cantautrice veneziana ha conquistato il Premio della Critica Mia Martini.
Mezzo secolo di canzoni da festeggiare, 27 dischi, nove volte al festival di Sanremo, meritandosi nell’edizione del 2016 una standing ovation emozionante e per nulla inaspettata. Lei, l’eterna ragazza del Piper, ad aprile ha compiuto 68 anni e rimane più
grintosa che mai.
La divina Nicoletta Strambelli, da sempre conosciuta con il nome d’arte di Patty Pravo, durante questi anni di carriera, ha venduto oltre 120 milioni di copie di cui 40 milioni solo per il singolo “La bambola” (1968). Lei, conosciuta dai più come la vampira bionda regina del pop, è un’artista a 360 gradi.
Sin da piccola ha studiato musica, per poi scegliere di intraprendere il percorso per diventare direttore d’orchestra. La vita, poi, si sa, è imprevedibile. Così, Nicoletta Strambelli divenne Patty Pravo. Ma la grande icona del pop italiano è anche appassionata di pittura. Nel recente documentario a lei dedicato da Sky Arte, l’artista si racconta anche nel suo privato. «Dipingere – dice – mi rilassa». Così una zona della sua casa romana, all’interno della quale sono state girate alcune delle riprese del documentario, è costellata di opere d’arte da lei realizzate.
Ma non solo. Patty Pravo da sempre ama disegnare i suoi abiti, o da sola o collaborando con gli stilisti. Amante della solitudine e dell’adrenalina sprigionata durante i live, ha una sola compagna di vita: la sua micia Memè.
Il suo ultimo progetto discografico, Eccomi, è stato rilasciato il 12 febbraio scorso su etichetta Warner Music e ha raggiunto la sesta posizione nella classifica degli album più venduti. Oggi è impegnata nell’“Eccomi tour”, all’interno dei teatri più importanti d’Italia per poi riempire le piazze.
Abbiamo incontrato Patty Pravo per voi, in occasione del live che si svolgerà a Legnano proprio questa sera.
Esatto. Avevo annunciato l’album più volte e quando è arrivato, visto che ho tardato con l’uscita, mi sembrava bello e giusto chiamarlo “Eccomi”. Inizialmente, avevo pensato a: “Eccomi! Finalmente”, poi ho tolto finalmente ed è rimasto “Eccomi”.
Sì, esatto. Il testo “Cieli Immensi” è stato scritto dall’autore Federico Zampaglione, che non credo necessiti di presentazioni; Gianna Nannini si è divertita scrivendomi il brano “Possiedimi”, insieme a Pacifico; Tiziano Ferro ha scritto “Per difenderti da me”; Giuliano Sangiorgi ha voluto farmi un regalo di compleanno scrivendo “A parte te”. Ho, poi, lavorato con Zibba, Rachele Bastreghi dei Baustelle, Samuel dei Subsonica, Cheope, Emis Killa e Fred De Palma con i quali ho realizzato due featuring.
Sono tutti bravissimi artisti e belle persone. Io credo nei giovani, credo che ce ne siano tanti che scrivono bene.
Beh, io adoro il pezzo di Zibba. In quel brano c’è la mia anima. Non conoscevo Zibba prima: è stato a casa mia, abbiamo parlato per tre quarti d’ora. Poi se ne è andato e due ore dopo mi ha mandato il pezzo. E pensare che avevamo parlato di tutto tranne che di musica: è stato un incontro di anime il nostro. È una persona con una sensibilità notevole, un ragazzo meraviglioso. Lo adoro
.
Ci siamo incontrati e ci siamo piaciuti. Mi piacciono i rapper per la libertà che hanno nel descrivere la realtà. In questo, hanno preso il posto di quello che sono stati i cantautori della mia generazione.
L’ho fatto per Emis, non sono proprio un’appassionata di talent.
Fa piacere. Mi sembrano tutti molto sensibili e intelligenti: é un bel gruppo e sono sempre di più. Capita, in alcuni teatri, che i più giovani si alzino e vengano sotto il palco a ballare e fare casino: è bellissimo perché mi caricano di energia e mi diverto di più.
No. Dopo tanti anni, ci fai l’abitudine. Io lo faccio perché adoro salire sul palco e cantare per il mio pubblico. Ogni nuovo live mi ricarica.
Conoscevo entrambe. Ho avuto il piacere di incontrare Bowie nel 1969 quando venne a Roma per incidere la versione italiana di Space Oddity, il suo primo successo. Non era ancora famosissimo, ma era già anni luce avanti rispetto agli altri. Ci siamo rivisti molti anni dopo durante una cena in un ristorante giapponese a Los Angeles sul Sunset Boulevard. Abbiamo mangiato sushi. Era una persona con uno spiccato senso dell’umorismo, piacevolissima, di compagnia. Prince, invece, era una persona dolcissima: l’ho conosciuto prima che incidesse Purple Rain.