Il borgo di Mustonate ha visto 530 partecipanti alla maratona di domenica, perché “Chi ha il diabete non corre da solo”.
Organizzata dall’associazione Adiuvare Onlus, l’associazione diabetici uniti Varese, ha raccolto persone di ogni età, famiglie, sportivi e curiosi, insieme a sostegno dei giovani diabetici e delle loro famiglie che all’interno dell’organizzazione trovano il supporto di cui hanno bisogno.
«L’associazione offre, all’interno della struttura dell’ospedale Del Ponte e per le attività di vacanze estive dei ragazzi, la presenza di una psicologa e una dietista, fondamentali per affrontare la malattia sia al momento della diagnosi che durante il percorso di conoscenza della patologia stessa» racconta il professor , docente dell’università dell’Insubria e responsabile dell’ambulatorio di diabetologia pediatrica dell’ospedale Del Ponte.
«La previsione dei casi di diabete è di quattro casi ogni 100 abitanti; al 3,5 delle persone viene diagnosticato il diabete di tipo 2, mentre allo 0,5 quello di tipo 1. Si è registrata negli ultimi anni l’incremento annuo del 3% nell’incidenza della patologia, ma non sappiamo ancora dire perché. Mentre il diabete di tipo 1 è genetico, per intenderci ad esempio quello della vecchiaia, quello di tipo 2 è dovuto a fattori esterni che ancora non siamo stati in grado di isolare».
Partendo dal suo lavoro, tre anni fa il professor Salvatoni, nel 2010, assieme a genitori di bambini diabetici ha dato vita all’associazione Adiuvare Onlus che s’impegna ad abituare i ragazzi a «non sentirsi diversi».
«È fondamentale che imparino che con l diabete si può convivere serenamente – spiega vicepresidente dell’associazione – Per questo il titolo della maratona, che è alla terza edizione, e già dalla prima è stata un successo».
La manifestazione, che proponeva due percorsi, uno da sei chilometri e l’altro da due chilometri e 500 metri, e il calcolo della glicemia prima e dopo la corsa da parte di quattro specializzandi, già il primo anno aveva visto 600 iscritti. Si tratta di «un sistema diverso di raccogliere i fondi».
Fondi che coprono «i costi che comporta il lavoro della psicologa e della dietista, ed ogni altro aiuto che possiamo dare sia alle famiglie che all’ospedale» spiega Salvatoni.
Il messaggio fondamentale dell’iniziativa, oltre alla raccolta fondi, è la possibilità di una vita in completa autonomia. «Mio figlio Tommaso, ad esempio – racconta Agostini – è diabetico, e con l’aiuto e la familiarità al suo problema, adesso ha imparato ad occuparsi di se stesso, anche se viene sempre aiutato. Non è stato costretto a rinunciare a niente. Oggi fa la camminata da due chilometri e 500 metri, e fa anche lo scout».
Anche gli scout del gruppo Agesci Varese 3 e l’associazione “Amici di Lissago” hanno voluto partecipare, per sostenere l’organizzazione e l’evento.
«Noi abbiamo un lupetto che è diabetico – raccontano
e , capi scout del gruppo – E quando il padre ci ha chiesto di aiutare abbiamo accolto volentieri la proposta. Alcuni ragazzi tra i 17 e i 21 anni si sono posizionati ai bivi per indicare la strada ai corridori».
Anche , presidente degli Amici di Lissago, ha spiegato le ragioni della partecipazione: «Come volontari della parrocchia insistiamo per poter essere d’aiuto in questi eventi di carattere benefico, si tratta di una cosa importante».
Adiuvare crede fortemente in eventi come questo, perché, spiega il presidente , «sono un passo utile per farsi conoscere, informarsi ed informare. Sia chi è nel vivo di questa realtà che l’intera comunità».
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