Chi pensava che “La Lezione” fosse stata quella infrasettimanale in Lituania, forse non aveva fatto i conti con la tremenda voglia della Openjobmetis di tornare in classe anche nel weekend. Se il -34 sul Baltico aveva insegnato che forse questa squadra non è ancora pronta, dal punto di vista tecnico, ad affrontare una coppa il cui livello è ben più alto della Fiba Europe Cup disputata l’anno scorso, il -33 accusato ieri a Pistoia (un’incompleta Pistoia) nella quinta uscita in campionato è stato un severo magistero sulle armi mentali di cui si dovrebbe disporre quando si scende sul parquet. Inaccettabile la prova di Maynor e soci.
E si può (anzi, si deve) perseverare nel non giudicare la compagine allestita in estate come inadatta o già da modificare, tralasciando quei problemi tecnici evidenti (in una pallacanestro che vive di giochi a due, la formazione di Moretti appare quasi nulla – attualmente – nel fondamentale) che in ogni caso scompaiono davanti all’assoluta inconsistenza di nervi e di mordente dimostrata nella trasferta toscana.
Finisce a cazzotti al Pala Carrara, tutti sul muso di Varese. Nella quale non si salva praticamente nessuno (se non capitan Cavaliero). I 64 punti segnati, il 40% da due, 31% da tre, il crollo a rimbalzo (40-29), le 19 palle perse e il confronto nella valutazione con i padroni di casa (111 a 58) non dicono nulla di quanto accaduto ieri: è l’atteggiamento rassegnato per 40 minuti 40 a “parlare” e a preoccupare, tanto, nel presente. Il futuro, dal canto suo, passa dai compiti a casa dopo due serate di scuola intensiva: se la Openjobmetis non studia, prepariamoci a un’altra stagione di dolori.
L’inizio biancorosso è quello classico, purtroppo, caratterizzato cioè da evidenti difficoltà nella manovra offensiva e da mani piuttosto fredde (che però scontano tiri costruiti male). Si tiene con la difesa (4-5 con i canestri di Maynor e Cavaliero, nel quintetto al posto di Johnson), almeno fino a quando Magro non abusa due volte di Pelle, fissando l’11-5 del 6’. La carestia in attacco viene alimentate dalle palle perse (ben 5 nei primi dieci minuti) e nemmeno i cambi dell’allenatore la neutralizzano: l’unico pronto a dare la scossa è Avramovic, che con cinque punti in fila segna il 20-14 della prima sirena.
Rimane invariato il copione alla ripresa delle operazioni: Pistoia è veloce, piuttosto precisa e piacevole (addirittura azioni di tocco) nello sviluppo del suo incedere; al contrario la Openjobmetis prosegue con una lena triste e sfiduciata, fatta di malintesi (sempre offensivi) e di conclusioni a bassissima percentuale. Il parziale al 15’, al netto di un “momento” firmato Campani-Avramovic, “dice” tutto: 19 punti segnati e 27 subiti. Potrebbe andare peggio ed effettivamente accade: Cournooh “violenta” i playmaker in trasferta abusando di loro sul pick and roll (due volte si tocca il -12, l’ultima sul 34-22), mentre dall’altra parte Anosike e compagni segnano praticamente solo a gioco fermo (peraltro senza grandi bottini anche qui: 9/14 al 20’). La ciliegina che manca alla torta, amarissima, arriva alla seconda sirena: Petteway la “insacca” da 20 metri, marchiando a fuoco il massimo svantaggio ospite (42-28).
Non cambia nulla al rientro in campo e il problema si conferma mentale, oltre che tecnico. Tremendamente mentale: perché se devi cercare di recuperare una partita nata e cresciuta storta, non puoi perdere quattro- cinque palloni di fila in maniera banale e superficiale, consegnandoti completamente a degli avversari già “assatanati”. Rinunciando di testa, quindi, a lottare. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: Pistoia, con il suo gioco semplice ma efficace, non fa sconto alcuno: 58-33 al 25’, match finito, completamente finito. Tranne che per il pubblico del Pala Carrara, entusiasta nell’ammirare alley-hoop, corsa e tutti quei particolari gioiosi che rendono una gara spettacolare, ma completamente a senso unico. Come una sfida tra gli Harlem Globetrotters e Washington Generals.
Si può commentare un ultimo quarto che per Varese – sotto di 27 punti – inizia con tre contropiedi subiti, di cui uno, per giunta, da canestro segnato? No, non si può. Ci si limiti ad annotare i parziali: 80-50 The Flexx al 34’, 97-64 al 40’.
Cournooh 20 (5-5, 3-5), Petteway 14 (2-3, 2-5), Solazzi 4 (2-4), Lombardi 11 (4-6, 1-2), Magro 12 (5-6), Crosariol 12 (6-8), Hawkins 11 (4-6, 1-6), Moore 4 (2-6, 0-2), Boothe 9 (3-5, 0-2). All. Esposito.
Anosike 3 (0-3), Maynor 8 (3-5, 1-2), Avramovic 7 (2-5, 0-4), Pelle 8 (4-5), Bulleri, Cavaliero 15 (2-2, 3-5), Campani 7 (1-3, 1-2), Kangur (0-1), Ferrero 2 (1-1, 0-1), Eyenga 4 (1-4, 0-3), Johnson 10 (2-7, 2-6). Ne: Canavesi. All. Moretti.
Seghetti, Bettini, Boninsegna.
Da 2: P 33-49, V 14-35. Da 3: P 8-22, V 7-22. Tl: P 7-9, V 15-24. Rimbalzi: P 40 (10 off., Lombardi 8), V 29 (8 off., Anosike, Campani 5). Assist: P 21 (Moore 7), V 11 (Maynor 3). Perse: P 14 (Hawkins 6), V 19 (Maynor, Eyenga 4). Recuperate: P 9 (Hawkins 3), V 8 (Maynor, Pelle 2). Usc. 5 falli: Boothe. F. antisportivo: Hawkins.