Secondo i programmi, il nuovo centro di Fondazione Piatti per minori con disturbi dello spettro autistico aprirà i battenti prima dell’estate. Avrà la medesima impronta di un altro centro che la fondazione gestisce a Milano da tre anni e farà tesoro di 16 anni di esperienza nel prendersi cura di persone con disabilità intellettiva e relazionale di tutte le età: 380 ospiti, a fine 2015, di cui 112 con disturbi dello spettro autistico (quasi il 30%),
85 dei quali minori.
Per apprendere anche un singolo gesto, come indicare un oggetto con un dito o lavarsi le mani, un bambino con autismo ha bisogno di essere costantemente e continuamente abilitato. Solo interventi personalizzati, precoci e intensivi, che coinvolgano i familiari, la scuola e la società adulta, consentono di migliorare molte delle aree di sviluppo dei bambini con autismo, cambiando il loro futuro e quello delle loro famiglie. Dati recenti mostrano che in Italia vi sono 100 mila bambini e adolescenti con autismo. Ne soffre un bambino ogni 160 e i maschi sono i più colpiti: 4 volte più delle femmine, senza differenza tra le varie etnie e condizioni sociali. Dati che mostrano come l’autismo sia la disabilità con il maggiore fattore di crescita. In Italia a confrontarsi quotidianamente con il problema dell’autismo sono circa 500 mila famiglie, ma alcune fonti citano numeri più elevati. La discordanza è dovuta alla difficoltà nella diagnosi precoce: il problema si manifesta con un complesso di comportamenti che possono confondersi con altre sindromi. A tutt’oggi non è possibile definire un’attendibile ipotesi unificante sulle cause dell’autismo. I dati rilevati dalle varie ricerche non sono in contraddizione tra loro, ma suggeriscono che non si debba pensare a “una causa” dell’autismo, ma a complesse catene causali di eventi in ambito neurobiologico che, combinati l’uno dopo l’altro, sfociano in questo disturbo come a una “via finale comune” di diverse patologie. Ecco perché è bene parlare non di uno di ma di tanti autismi.
Se dall’autismo non si guarisce, di autismo non si muore. L’autismo non è solo infantile, ma dura tutta la vita. Con, malgrado e attraverso l’autismo, si diventa grandi. I bimbi con autismo saranno adolescenti con autismo, giovani con autismo, adulti con autismo, anziani con autismo. L’autismo va quindi affrontato in un’ottica di ciclo di vita.
«Prima le persone poi gli autismi, questo è l’approccio di Fondazione Piatti, che è poi quello della nostra casa madre Anffas. Per i valori e la mission che animano la nostra Fondazione – dice Cesarina Del Vecchio, Presidente di Fondazione Piatti – non possiamo far altro che pensare e guardare all’autismo come una modalità diversa di affrontare e incorporare il mondo, e in quanto tale “né giusta, né sbagliata”, ma unica. È una condizione da riconoscere, sostenere e “attrezzare” per una vita che sia il più possibile di qualità. La nostra attenzione agli autismi conferma ancora una volta la nostra grande attenzione alla persona, prima che alla disabilità».