Michele è sceso dal suo cipresso nel primo pomeriggio di ieri. Gli abbiamo chiesto di venire in redazione, dove tutto è iniziato. Perché la sera prima di iniziare la sua protesta era salito a trovarci ed era giusto chiudere il cerchio.
Fuori dai Giardini Estensi c’è la Tre Valli, l’atmosfera è di festa. Facciamo con lui la poca strada che separa la sua ultima casa dalla nostra. La gente lo riconosce: c’è chi gli chiede come sta, chi lo abbraccia commosso e chi gli stringe la mano.
Ho fatto pipì in un pappagallo, per il resto mi sono “trattenuto”: ho ingerito solo liquidi. La prima cosa che ho fatto quando sono sceso è stata andare in bagno: un’esperienza umanamente interessante.
L’attenzione delle persone e in particolare della stampa si è concentrata, purtroppo, più sul personaggio che sulla causa. Dato che i media si aspettavano che alle otto scendesse dal cipresso una specie di Messia, ho preferito farlo prima. Senza telecamere. Senza clamore. Io comunque rimarrò ai Giardini Estensi per tutto il pomeriggio a parlare con le persone e spiegare il mio gesto, i motivi della salita sull’albero.
Bella domanda (Michele accenna un sorriso. Gli si illuminano gli occhi, ndr). Ho intenzione di usare il più possibile l’eco che si è creato attorno alla vicenda per andare nelle scuole a parlare con i bambini e a fargli capire la mia causa. La natura e l’attenzione per essa sono cose importantissime. Comunque, fino a martedì sera, lavorerò per raccogliere più firme possibili. Ci sono sedici stupendi cipressi da salvare.
Prima di tutto ho bisogno di un bagno caldo. Voglio tornare alla mia vita di sempre. Voglio tornare a correre sul sentiero numero dieci, quello che va da Casciago al Forte di Orino. Scrivilo, dal cipresso numero 10 al sentiero numero 10.
Abbiamo scoperto che in realtà è il numero 10 quello dove ho vissuto ultimamente.
Umanamente mi sento una persona diversa. Ho un’idea diversa di Varese e dei miei concittadini, molto meno critica. Mi hanno dimostrato tanta solidarietà. Questa città ha mostrato al mondo il suo enorme cuore.
Sono state notti stupende, incredibili. Consiglio a tutti di andare la notte ai Giardini Estensi. Io ho visto uno scoiattolo e due ghiri, ma soprattutto tante persone. Non solo nel weekend, anche durante la settimana. Tutte le notti arrivava qualche gruppo di persone a parlare con me, anche fino alle due. Alcuni di loro prima erano andati in centro a bere qualcosa, poi invece di andare a casa passavano sotto il mio cipresso a chiacchierare. Hanno fatto vivere i giardini.
A tutta la giunta comunale vorrei dire di ascoltare la cittadinanza. Invece alle persone passate a trovare i cipressi vorrei ricordare che hanno un caffè in sospeso con Fontana (ride, ndr).
Sì. Voglio dire a tutti di cercare dentro se stessi il loro cipresso, di salirci sopra e gridare al mondo tutto quello che cuore ha da dire.
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